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Tagged ‘Immagini mentali‘
Parlare in pubblico: come comunica Giorgia Meloni

Parlare in pubblico: come comunica Giorgia Meloni

La settimana scorsa, il 19 ottobre, si è svolta a Roma in Piazza San Giovanni la manifestazione della Lega, a cui hanno partecipato i leader del centrodestra, tra cui Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

Diversi quotidiani hanno sottolineato un passaggio del suo discorso, relativo alla proposta di limitare per legge l’utilizzo del contante:

«Adesso hanno messo il tetto al contante, e dobbiamo pagare col bancomat. Fra un po’ andremo al bancomat a prelevare i nostri soldi, e il bancomat ci chiederà: “Perché vuoi 100 Euro, che ci devi fare?”. Ma fatti gli affari tuoi “che ci devo fare”, sono soldi miei, guardone!»

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Comunicazione efficace: le parole ad alto valore d’immagine

Comunicazione efficace: le parole ad alto valore d’immagine

Che differenza c’è tra parole come “casa”, “mare”, “sole”, e altre come “riscontro”, “efficienza”, “qualità”? Che le prime si riferiscono a cose concrete, le seconde a concetti astratti.

Nel nostro vocabolario ci sono parole astratte, che spesso usiamo negli uffici, all’interno delle aziende, nei testi delle email, e che finiscono per farsi ricordare poco.

Poi ci sono le parole più colloquiali, della vita di tutti i giorni, che molte volte sono più concrete, e si riferiscono a persone e oggetti reali. E sono proprio quelle ad andare nella direzione di una comunicazione più efficace.

 

Come si riconoscono le parole ad alto valore d’immagine?
Il libro di Patrick Facciolo

In questo video, tratto dal mio workshop “Public Speaking: crea immagini con le parole e coinvolgi il tuo pubblico”, tenuto ieri a Milano presso Forma Forum, vi racconto la distinzione tra parole “a basso valore d’immagine” e “ad alto valore d’immagine”, tema studiato dalla psicologia già dagli anni ‘60.

Si tratta di una questione di cui mi sono occupato nel mio primo libro del 2013, “Crea immagini con le parole”, in cui ho realizzato un approfondimento interamente dedicato al tema delle parole, e alla loro capacità di creare immagini nell’ascoltatore nel contesto dei media e del Public Speaking.

 

 

Crea immagini con le parole

Coinvolgi il tuo pubblico con la forza del linguaggio

Prima edizione: ottobre 2013
ISBN : 9788891073433
Formato : 15×23
Foliazione : 102 pagine
Copertina : Morbida
Stampa : bianco e nero
Prezzo: Euro 19,99

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Comunicazione politica: perché non dare corda a chi la spara grossa

Comunicazione politica: perché non dare corda a chi la spara grossa

Sempre più spesso (soprattutto quando si parla di politica), ci capita di assistere a comunicatori che “la sparano grossa”, che dicono frasi altisonanti e apparentemente fuori contesto (off topic), e che finiscono così per catturare l’attenzione del pubblico e dei media.

In questi casi, siamo sicuri che rispondere nel merito (on topic), sia la soluzione migliore per replicare con efficacia? In questa puntata vi racconto quali sono i rischi di replicare a chi la spara grossa: il fatto stesso di replicare implica di dover riepilogare l’affermazione originaria, per poi negarla. Con il rischio di amplificare, una volta di più, proprio gli stessi contenuti che non condividevamo.

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Quando parliamo in pubblico è giusto dire “non vi ruberò molto tempo”?

Quando parliamo in pubblico è giusto dire “non vi ruberò molto tempo”?

Quando iniziamo un discorso in pubblico spesso ci capita di esordire con la formula “non vi ruberò molto tempo”. Evochiamo cioè l’idea di rubare del tempo, per poi negarla.

Alcuni anni fa il linguista George Lakoff nel suo “Non pensare all’elefante” aveva proposto un paradosso simile: è impossibile non pensare intenzionalmente a un elefante, perché dobbiamo crearci necessariamente un’immagine mentale di questo animale, per poi negarla.

Fatte queste considerazioni legate al mondo della linguistica e della psicologia, nel video di oggi ci tengo a proporvi una riflessione critica su questo tema. Nel momento in cui scegliamo di rinunciare a una frase come “non vi ruberò molto tempo” (quando in realtà sentiamo che invece è giusto dirla), siamo certi di rispettare la nostra reale intenzione comunicativa?

Se infatti sentiamo che è necessario far passare il messaggio che parlando troppo rubiamo del tempo a chi ci ascolta, perché rinunciare a una frase, solo perché ci è stato detto sui manuali? Quanto ne risentirebbe l’autenticità della nostra comunicazione? Staremmo rispettando la nostra verità soggettiva?

Questa e altre considerazioni nel mio video di oggi.

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