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Tagged ‘Figure retoriche nel Public Speaking‘
I rischi delle metafore e delle figure retoriche quando comunichiamo

I rischi delle metafore e delle figure retoriche quando comunichiamo

Siamo proprio sicuri che usare le metafore quando comunichiamo sia efficace? Patrick Facciolo si occupa da anni di pregi e limiti delle figure retoriche nel Public Speaking e in comunicazione. Sono temi che tratta dal 2013 anche nei suoi libri.

Perché un conto è creare immagini con le parole per rendere più chiari i concetti. Un conto è creare analogie che risultano difficili da capire per chi ascolta.

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Giuseppe Conte e il problema delle antifrasi in comunicazione. Analisi dell’intervento a Porta a Porta

Giuseppe Conte e il problema delle antifrasi in comunicazione. Analisi dell’intervento a Porta a Porta

L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alcune ore fa è stato ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta su RaiUno. In un passaggio del suo intervento ha utilizzato una particolare figura retorica, quella dell’antifrasi.

In questo video di 2 minuti vi spiego le mie perplessità sull’utilizzo di questa figura retorica nei contesti di comunicazione politica e radiotelevisiva, e più in generale nel Public Speaking.

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Come parlare con gli altri e affrontare una conversazione

Come parlare con gli altri e affrontare una conversazione

Una delle domande che mi vengono fatte più spesso è: “Patrick, come posso parlare efficacemente con gli altri e affrontare una conversazione”? Si tratta di una domanda impegnativa, fosse anche soltanto perché non esistono “gli altri”, ma persone volta per volta diverse, con caratteristiche e passati differenti con cui relazionarci.

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Il discorso di Renzo Piano per il nuovo ponte di Genova: la video analisi di Patrick Facciolo

Il discorso di Renzo Piano per il nuovo ponte di Genova: la video analisi di Patrick Facciolo

Recentemente l’architetto Renzo Piano ci ha insegnato come si fa un discorso perfetto. Sguardo rivolto verso il pubblico, nessun foglio prestampato davanti a sé. Solo riflessioni chiare, e le emozioni del momento.

Dopo un momento iniziale di storytelling (di narrazione) sulla storia del nuovo ponte di Genova, ha saputo usare le parole con grande sapienza (un ponte “costruito con rapidità, ma senza fretta”).

Ha fatto uso di similitudini (“un ponte che sia come una nave”) senza ricadere in troppe metafore, e ha coinvolto il pubblico (“c’è una cosa che voglio dirvi”).

Ha usato parole semplici e chiare (“È stato il più bel cantiere che ho avuto in vita mia”, “il Paese ha mostrato la parte buona”, e ancora: “costruire è una bellissima cosa”).

Ma soprattutto ha usato parole ad alto valore d’immagine, che creano immagini mentali efficaci: “I muri non bisognerebbe costruirli, quelli no, però i ponti bisognerebbe costruirli, farne tanti”. E ancora: “Questo ponte è stato costruito in acciaio, ma è stato forgiato nel vento”.

Per poi chiudere con un invito all’azione finale: “Auguro a questo ponte di essere amato, mi auguro che sia adottato dalla gente”.

Un “ponte che è semplice e forte”, ha detto Renzo Piano.

Così come è stato semplice e forte il suo discorso. In 6 minuti e 42 secondi.

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