Il mio blog: le tecniche per parlare in pubblico

Giuseppe Conte e il problema delle antifrasi in comunicazione. Analisi dell’intervento a Porta a Porta

L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alcune ore fa è stato ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta su RaiUno. In un passaggio del suo intervento ha utilizzato una particolare figura retorica, quella dell’antifrasi.

In questo video di 2 minuti vi spiego le mie perplessità sull’utilizzo di questa figura retorica nei contesti di comunicazione politica e radiotelevisiva, e più in generale nel Public Speaking.

Giuseppe Conte e l’utilizzo della figura retorica dell’antifrasi

Analizziamo un estratto dall’intervento e poi lo commentiamo insieme.

“Dobbiamo partecipare alla guerra, dobbiamo incrementare le spese per domani mattina entrare in guerra? Direttore, è questo il tema? Allora diciamo così, diciamo ai cittadini che ci guardano che il raddoppio delle bollette, il fatto che ad esempio un milione di interventi sanitari siano stati accantonati per l’era Covid, 10 milioni di esami diagnostici siano stati messi da parte non ci interessa. Lasciamo le famiglie, lasciamo le imprese nella difficoltà di arrivare a fine mese, di chiudere intere filiere produttive, lasciamo i cittadini senza tutela riguardante la salute e ci dedichiamo alle spese militari”.

La figura retorica a cui ricorre Giuseppe Conte in questo passaggio si chiama antifrasi. Ecco la definizione di questa figura retorica secondo il sito Treccani.it:

“Antifrasi: figura retorica che consiste nell’esprimersi con termini di significato opposto a ciò che si pensa, o per ironia o per eufemismo”.

 

Giuseppe Conte e le frasi dette al contrario (quando si potrebbero dire in maniera diversa)

Qual è il problema di utilizzare le antifrasi nei discorsi politici? Il problema consiste nel fatto che quando comunichiamo con le persone dovremmo essere chiari, lineari e diretti. Per questo motivo, se l’intento di Conte era quello di affermare che bisogna investire di più nella sanità e nelle cure per i cittadini, anziché nelle spese militari, sarebbe stato importante dirlo così, o in comunque in un modo simile. Se invece io per dire “A” dico “non B”, diventa più difficile decodificare il messaggio.

Pensate anche a quanto si sta modificando la fruizione della tv. Nel 2022 le persone cambiano canale rapidissimamente e spesso è necessario mantenere l’attenzione secondo per secondo, come ci insegnano anche i social network.

Tornando al nostro esempio, se io cambiando canale capitassi proprio sul passaggio in cui Conte afferma un concetto attraverso la sua negazione, rischierei di non capire che si tratta di una figura retorica, finendo così per attribuire a quella frase il significato opposto rispetto a quello che il comunicatore intendeva trasmettere.

 

Comunicazione efficace, figure retoriche e titoli di studio: una riflessione

Per concludere, è utile ricordare un aspetto molto importante: 16,2 milioni di italiani hanno come titolo di studio più alto la licenza elementare (Fonte: elaborazione su dati Istat, 2011), una situazione di cui il comunicatore deve prendere atto. È dovere del comunicatore, infatti, veicolare il messaggio in modo tale che il maggior numero di persone possa capirlo.

Per comunicare quindi in maniera efficace e diretta, in modo da coinvolgere la maggior parte dell’uditorio all’ascolto, esistono senz’altro risorse linguistiche molto più efficaci dell’antifrasi. Maggiori infatti sono le esigenze di decodifica del messaggio, maggiore potrebbe risultare l’affaticamento di chi ci ascolta, condizionando l’efficacia del messaggio.

 

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Dott. Patrick Facciolo

Mi occupo di Public Speaking perché per me è importante che le persone si sentano ascoltate. Realizzo corsi individuali, aziendali e di gruppo, in presenza in tutta Italia e online attraverso Zoom. Diplomato al liceo classico, laureato in Scienze e tecniche psicologiche, in Filosofia e in Scienze politiche, master universitario di primo livello in Counseling relazionale nei contesti scolastici, educativi e socio-sanitari, sono iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia in qualità di Dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro. Da oltre quindici anni sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Non amo la definizione di esperto di comunicazione e di esperto di Public Speaking, perché è una conquista da dimostrare sul campo, con le proprie competenze e i propri titoli. Apprezzo che mi venga detto, non lo sentirete dire da me. In questi anni ho pubblicato 9 libri, i più importanti dei quali sono “Crea immagini con le parole” (2013), “Parlare in pubblico con la mindfulness” (2019), e "Contro le metafore" (2022), disponibili su Amazon.
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