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Comunicazione efficace: 11 domande e risposte

Comunicazione efficace: 11 domande e risposte

Perché alcune parole sono più efficaci di altre? Quanto è importante saper creare immagini attraverso le parole, per rendere la nostra comunicazione più chiara?

Su questi e altri temi ho voluto rispondere alle domande di Pietro Fruzzetti, in una chiacchierata di oltre 53 minuti che mi ha riportato a parlare volentieri del mio primo libro del 2013, “Crea immagini con le parole“, disponibile su Amazon.

© Patrick Facciolo – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione.

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Auguri alla mia idea più preziosa: Parlarealmicrofono.it compie 10 anni

Auguri alla mia idea più preziosa: Parlarealmicrofono.it compie 10 anni


Oggi l’idea più importante della mia vita compie 10 anni.
Quel giorno, il 17 aprile 2010, pensavo che oltre a fare radio avrei voluto tenere dei corsi di comunicazione, e che avrei avuto bisogno di un sito per poterlo raccontare. Dieci anni fa esatti ho dato un nome a quel progetto, che si chiama ancora oggi “Parlare al microfono”, e ne ho registrato il dominio.

Oggi, dopo 10 anni di corsi prevalentemente in aula, ho tenuto una lezione online per centinaia di professionisti del settore medico, collegati in diretta con me da tutta Italia, grazie a persone che stimano il mio lavoro e hanno creduto in me per lo svolgimento di questo corso.

Non ero ovviamente in un’aula tradizionale, ma nella mia postazione video, con computer, luci, telecamera, virtual set e microfoni. Una lezione a tutti gli effetti, ma in diretta web.

È una nuova frontiera del mio lavoro che sta cambiando, giorno dopo giorno. Resta immutata la mia intenzione originaria: dare una mano alle persone, ai professionisti, alle aziende, perché possano migliorare la loro comunicazione.

Oggi faccio gli auguri alla mia idea più preziosa, e ringrazio me stesso per averci visto lontano. Grazie anche a chi in questi dieci anni c’è stato, in aula, di persona, a distanza, e a chi ancora oggi dimostra di avere tanta fiducia in me.

Patrick Facciolo
Dottore in tecniche psicologiche
Giornalista radiotelevisivo

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Come parlare in pubblico: proteggere le nostre emozioni

Come parlare in pubblico: proteggere le nostre emozioni

Spesso quando iniziamo un discorso in pubblico diciamo frasi del tipo: “Scusate l’emozione”, “Oggi sono emozionantissimo”, “Perdonatemi ma mi sento molto emozionato”.

Detto che si tratta di una scelta totalmente legittima, in questa puntata mi chiedo se esprimere questo tipo di stato interno risponda veramente alla nostra intenzione di condividere quello che sentiamo, o se talvolta finisca per diventare un diversivo per prendere del tempo, alla ricerca della frase successiva.

In quest’ultimo caso, la domanda che possiamo farci è: siamo sicuri che stiamo proteggendo adeguatamente quello che proviamo? Quando diciamo in pubblico “sono emozionato”, stiamo esprimendo un’emozione a chi ci ascolta, un nostro particolare sentire, e non è detto che tutte le persone all’ascolto riescano a fare di questa informazione l’uso che noi auspicheremmo (“vorrei che tu mi capissi”, “vorrei che tu capissi cosa si prova da questa parte”, ecc.)

In questa puntata rifletto con voi sull’importanza di avere maggior consapevolezza delle emozioni che proviamo e che scegliamo di comunicare, dei destinatari a cui ci rivolgiamo, e per ultimo dei rischi a cui ci mettiamo di fronte quando esprimiamo i nostri stati interni a prescindere, senza considerare adeguatamente il contesto.

© Parlarealmicrofono.it – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione.

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Come parlare in pubblico: le metafore e il presente storico

Come parlare in pubblico: le metafore e il presente storico

Da anni vi racconto quanto è importante parlare in pubblico in modo chiaro, creando immagini con le parole e preferendo parole concrete, ad alto valore d’immagine, che si riferiscono a oggetti concreti della realtà.

Perché ve lo raccomando spesso? Perché più riusciamo a essere lineari nella nostra comunicazione, meno affaticheremo il nostro pubblico. E non si tratta solo dei livelli di scolarizzazione, e di quanto le persone hanno studiato e possono fare fatica a decodificare il nostro messaggio. Si tratta dello sforzo cognitivo e di attenzione che chiediamo a chi ci ascolta.

Usare le metafore nei discorsi in pubblico? Sì, ma con moderazione

Questo è anche il motivo per cui vi ho sempre raccomandato di fare attenzione alle metafore. Le metafore, benché siano anch’esse ad alto valore d’immagine, sono “un altro modo per dire le cose”: giusto alcuni giorni fa vi facevo l’esempio della frase “Fuori da questa sala piove, ma qui dentro splende il sole”, e vi facevo notare quanta attenzione e impegno cognitivo ci vogliono per capire il significato reale di questa frase, se non ci è chiaro il contesto.

Una volta d’accordo sul fatto che le metafore possono rendere talvolta meno immediata la nostra comunicazione, resta una domanda: ci può capitare di usare delle metafore difficili da decodificare, anche quando non ce ne rendiamo conto?

La risposta è sì, e una di queste situazioni si verifica quando in un discorso in pubblico utilizziamo il “presente storico”.

Che cos’è il presente storico?

Il presente storico è un tempo verbale che utilizziamo al presente all’interno di una frase, quando in realtà ci stiamo riferendo al passato. Facciamo un esempio concreto di una frase che potremmo dire usando il presente storico. Cominciamo dicendo:

Eravamo nel 1980. Lui arriva lì, e a un

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