“Non sono capace di parlare in pubblico”: ecco una frase che mi capita di sentire spesso durante i corsi di Public Speaking che tengo in tutta Italia. Ma siamo davvero certi che questa soluzione linguistica descriva in modo accurato la nostra effettiva capacità di fare Public Speaking?
Negli anni ’60, i teorici di E-Prime (English Prime) hanno postulato la possibilità di una lingua inglese che potesse fare a meno del verbo “essere”: si sono dati come regola quella di descrivere la realtà in maniera più precisa, non limitandosi a indicare le cose come “sono”, bensì come “ci appaiono”.
All’interno del mio libro, “Parlare in pubblico con la mindfulness”, che ho presentato recentemente presso la sede dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, faccio alcuni esempi sugli effetti che potrebbe avere limitare l’uso del verbo essere quando ci occupiamo di Public Speaking.
Ecco allora che la frase “Non sono capace di parlare in pubblico” potrebbe diventare improvvisamente: “Nelle due occasioni in cui ho parlato in pubblico di fronte a una platea numerosa, ho avvertito stress”.
Un passaggio che può apparirci solo formale e terminologico, ma che al contrario può regalarci una serie di osservazioni inedite sulle nostre (reali) capacità di parlare in pubblico.
Su internet, ma più in generale nella vita di tutti i giorni, siamo circondati da frasi che contengono verbi all’imperativo: aforismi motivazionali su come vivere la nostra vita, come ottenere risultati migliori, come affrontare le difficoltà sul lavoro.
In questo video faccio alcune riflessioni sul perché usiamo così tanto i verbi all’imperativo, e come mai sono così efficaci su internet: se ci adattiamo al fatto che gli algoritmi dei social network premiano le frasi brevi e direttive, finiranno per essere proprio gli algoritmi a comunicare, e non più noi.
Ci capita spesso di essere davanti a un pubblico più o meno ampio e di non riuscire a esprimere compiutamente quello che vorremmo dire, e talvolta di reagire in maniera inaspettata. La Comunicazione Nonviolenta (CNV), ideata dallo psicologo americano Marshall Rosenberg, può darci degli spunti molto utili per diventare dei comunicatori più empatici con noi stessi e con gli altri. Scopriamo di più nell’intervista di Patrick Facciolo e Damiano De Cristofaro a Petra Quast, formatrice certificata in CNV, ospite di Radio Linguaggio.
↓ Ascolta l’intervista a Petra Quast, formatrice in Comunicazione Nonviolenta ↓
Petra Quast è formatrice certificata di Comunicazione Nonviolenta. Lavora in tutta Italia per il Centro Esserci di Reggio Emilia, offrendo seminari, incontri individuali e progetti su misura per scuole, aziende e organizzazioni.
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