Parlare in pubblico: quattro consigli per un discorso efficace
Chiunque si sia trovato nella condizione di dover parlare di fronte a un pubblico sa che non sempre riusciamo a dare il meglio di noi quando dobbiamo esprimerci in presenza di un uditorio numeroso. Ecco alcuni consigli che possono aiutare a migliorare le nostre performance.
1) Preparare il discorso. Quando dobbiamo parlare in pubblico è bene avere chiaro il nostro obiettivo. Non dobbiamo leggere un testo, ma convincere una platea di quello che stiamo dicendo. È quindi importante preparare e studiare uno schema quanto più chiaro e preciso, sulla base del quale possiamo condurre il nostro discorso accentuando i punti fondamentali che vogliamo esprimere e tenendoci pronti alle possibili obiezioni che possono esserci rivolte.
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2) Catturare l’attenzione dell’uditorio. Mentre parliamo, è fondamentale entrare in contatto empatico con chi ci ascolta. Come ci insegna Aristotele, la retorica non è solo logos, ma anche pathos ed ethos. Dobbiamo regolare il nostro discorso in base al pubblico che abbiamo di fronte, e valutare quale possa essere il miglior modo per tenere alta la sua attenzione e coinvolgerlo emotivamente, facendo in modo che si senta partecipe della situazione.
È importante quindi inserire nel discorso alcuni momenti più colloquiali, come ad esempio degli aneddoti, per far sentire il pubblico coinvolto in un dialogo, e non solo spettatore di un monologo.
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3) Utilizzare correttamente la voce. Studi specialistici hanno dimostrato che l’efficacia di un discorso in pubblico dipenderebbero in percentuali differenti da caratteristiche verbali, paraverbali e non verbali.
Il paraverbale, in particolare, è relativo al tono, al timbro e al volume della voce. È bene variare il tono in relazione ai concetti che si stanno esprimendo, utilizzare strategicamente le pause per evidenziare quelli più importanti, parlare sempre con voce chiara e scandire bene le parole.
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4) Attenzione al linguaggio del corpo. Sebbene nei Corsi Parlarealmicrofono.it il tema del linguaggio non verbale venga approfondito con un occhio particolarmente critico, stiamo parlando comunque di un fattore che ha un suo ruolo nell’ottenere e mantenere l’attenzione del pubblico. Molto importante, innanzitutto, è il contatto visivo con le persone che abbiamo davanti.
In secondo luogo, facciamo attenzione al movimento delle mani: queste vanno utilizzate per sottolineare i concetti chiave, cercando però di evitare derive pacchiane e innaturali dei gesti. Sfatiamo inoltre il mito del divieto assoluto di braccia conserte, di cui si legge da molte parti: il problema, secondo la nostra ottica, non è la postura in sé, ma la durata del gesto: se prolungato distoglie l’attenzione dal “cosa” stiamo dicendo al “come” lo stiamo dicendo.
Il punto di vista di Patrick Facciolo sul linguaggio non verbale
Capita spesso di imbattersi in corsi di Public Speaking che mettono un’enfasi eccessiva sui temi del linguaggio non verbale, utilizzando le interpretazioni dello studio di Albert Mehrabian degli anni ’70 come riferimento su cui basare ogni successivo presupposto teorico.
In questo video spiego perché enfatizzare troppo i temi del linguaggio non verbale possa portare a soluzioni paradossali:
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