Dottore in tecniche psicologiche: chi è e cosa fa
–
Il dottore in tecniche psicologiche è una figura professionale che in questi anni sta trovando spazio tra le professioni psicologiche. E con competenze molto variegate. Voglio dedicare questo post ad approfondire l’argomento, per rispondere alle tante persone che mi chiedono di saperne di più.
Ho scritto questo articolo per chi non conosce questa professione emergente. E per chi, al termine degli studi universitari, non sa bene come orientarsi per il proprio futuro.
Tanti giovani infatti, una volta arrivati al termine della laurea triennale, si chiedono: “Ma un laureato in Scienze e tecniche psicologiche cosa può fare?“. Spesso le risposte che si trovano in rete non sono del tutto esaustive per chi sta completando questo ciclo di studi.
In questo post vediamo cosa dicono le normative a proposito delle competenze di un laureato triennalista che decide di iscriversi all’Ordine degli Psicologi, nella sezione B dell’Albo.
Chi è il dottore in tecniche psicologiche
Il dottore in tecniche psicologiche (anche denominato sinteticamente da alcuni DTP) è un professionista riconosciuto dall’ordinamento giuridico italiano. Il DTP è laureato nella classe di laurea L-24 (Scienze e tecniche psicologiche). Per esercitare la professione di dottore in tecniche psicologiche è necessario superare un apposito Esame di Stato dopo un tirocinio di 6 mesi. E iscriversi nella sezione B dell’Albo degli Psicologi.
Il titolo di dottore in tecniche psicologiche non va confuso con quello di dottore in scienze e tecniche psicologiche. Il primo rappresenta infatti il titolo professionale che si acquisisce quando ci si iscrive all’Albo. Il secondo è invece il titolo accademico che si acquisisce al momento della laurea. Quindi prima del tirocinio, dell’Esame di Stato e dell’iscrizione all’Ordine.
Ricapitolando: ci si laurea, e si diventa dottori in scienze e tecniche psicologiche. Si effettua il tirocinio di 6 mesi, si affronta l’Esame di Stato, ci si iscrive all’Albo degli Psicologi, sezione B. A quel punto si può esercitare la professione di dottore in tecniche psicologiche.
Cosa può fare il dottore in tecniche psicologiche?
La legge 170/2003 è molto chiara, e definisce nello specifico tutte le attività del dottore in tecniche psicologiche.
La professione di dottore in tecniche psicologiche si divide in due settori. I due settori sono: il settore per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro e il settore per i servizi alla persona e alla comunità.
Il dottore in tecniche psicologiche che sceglie il settore dei contesti sociali, organizzativi e del lavoro può:
– realizzare progetti formativi per la promozione dello sviluppo delle potenzialità di crescita individuale e di integrazione sociale, e la facilitazione dei processi di comunicazione, e il miglioramento della gestione dello stress e la qualità della vita;
– applicare i protocolli per l’orientamento professionale, per l’analisi dei bisogni formativi, per la selezione e la valorizzazione delle risorse umane;
– applicare conoscenze ergonomiche alla progettazione di tecnologie e al miglioramento dell’interazione fra individui a specifici contesti di attività;
– eseguire progetti di prevenzione e formazione sulle tematiche del rischio a della sicurezza;
– utilizzare test e altri strumenti standardizzati per l’analisi del comportamento, dei processi cognitivi, delle opinioni e degli atteggiamenti, dei bisogni e delle motivazioni, dell’interazione sociale, dell’idoneità psicologica a specifici compiti e condizioni;
– elaborare i dati per la sintesi psicodiagnostica prodotta dallo psicologo;
– collaborare con lo psicologo nella costruzione, adattamento e standardizzazione di strumenti di indagine psicologica;
– fare attività didattica nell’ambito delle specifiche competenze caratterizzanti il settore.
Il dottore in tecniche psicologiche che sceglie il settore dei servizi alla persona e alla comunità può:
– partecipare all’equipe multidisciplinare nella stesura del bilancio delle disabilita’, delle risorse, del bisogni e delle aspettative del soggetto, nonche’ delle richieste a delle risorse dell’ambiente;
– attuare interventi per la riabilitazione, rieducazione funzionale e integrazione sociale di soggetti con disabilita’ pratiche, con deficit neuropsicologici, con disturbi psichiatrici o con dipendenza da sostanze;
– collaborare con lo psicologo nella realizzazione di interventi diretti a sostenere la relazione genitore-figlio, a ridurre il carico familiare, e sviluppare reti di sostegno a di aiuto nelle situazioni di disabilita’:
– collaborare con lo psicologo negli interventi psico-educativi e nelle attivita’ di promozione della salute, di modifica dei comportamenti a rischio, di inserimento e partecipazione sociale;
– utilizzare test e altri strumenti standardizzati per l’analisi del comportamento, dei processi cognitivi, delle opinioni e degli atteggiamenti, dei bisogni e delle motivazioni, dell’interazione sociale, dell’idoneita’ psicologica a specifici compiti a condizioni;
– elaborare dati per la sintesi psicodiagnostica prodotta dallo psicologo;
– collaborazione con lo psicologo nella costruzione, adattamento e standardizzazione di strumenti di indagine psicologica;
– fare attività didattica nell’ambito delle specifiche competenze caratterizzanti il settore.
Il dottore in tecniche psicologiche può somministrare test?
Sì, secondo le disposizioni e i limiti della legge 170/2003. Tale legge recita che i dottori in tecniche psicologiche possono:
utilizzare test e altri strumenti standardizzati per l’analisi del comportamento, dei processi cognitivi, delle opinioni e degli atteggiamenti, dei bisogni e delle motivazioni, dell’interazione sociale, dell’idoneità psicologica a specifici compiti a condizioni.
Ma cosa si intende per test standardizzati? In questo senso ci può venire in aiuto la sintesi offerta da Wikipedia.
I test psicologici adeguati vengono condotti dopo un notevole lavoro di ricerca e sviluppo, e devono soddisfare le seguenti proprietà:
- Standardizzazione. Tutte le procedure e i passaggi devono essere condotti con coerenza e nelle stesse condizioni, per ottenere lo stesso livello di prestazione dalle persone sottoposte al test.
- Oggettività. La somministrazione e i punteggi al test devono essere costruiti in modo tale che giudizi e pregiudizi soggettivi siano ridotti al minimo.
- Presenza di dati normativi. Il punteggio di un individuo al test deve essere confrontabile con i risultati di altri, sulla base della prestazione media al test rilevata su un ampio campione.
- Attendibilità. Il test deve essere attendibile, nel senso che la somministrazione dello stesso test allo stesso soggetto nelle stesse condizioni, deve produrre lo stesso risultato.
- Validità. Il test deve effettivamente misurare ciò che si propone di misurare.
Un esempio di test psicologico standardizzato è il Wechsler Adult Intelligence Scale (WAIS). Si tratta di uno degli strumenti più comunemente utilizzati per valutare l’intelligenza degli adulti. Il WAIS è standardizzato, il che significa che è stato somministrato a un campione “normativo”. E che le sue norme di confronto sono state stabilite. È anche stato sottoposto a rigorosi processi di validazione. Il tutto, per assicurare che misuri in modo affidabile e valido l’intelligenza.
Diversamente, alcuni test cosiddetti proiettivi di personalità potrebbero non essere standardizzati. Questo perché l’aspetto interpretativo del risultato è legato alle competenze e alle sensibilità dell’operatore. Aspetti che risultano pertanto meno replicabili in ambito sperimentale.
Il dottore in tecniche psicologiche può aprire una propria Partita IVA?
Certamente sì. Molte delle competenze indicate dalla normativa si configurano come prestazioni professionali che necessitano di essere fatturate ai propri utenti/clienti.
Così come per gli psicologi, anche il DTP che emetterà fatture come libero professionista dovrà iscriversi all’ENPAP. Ma che cos’è l’ENPAP? È l’Ente Nazionale di Previdenza e Asssistenza per gli Psicologi.
Il dottore in tecniche psicologiche deve assicurarsi?
Sì. Il dottore in tecniche psicologiche, in quanto professionista appartenente a un ordine professionale, deve assicurarsi. Questo perché l’assicurazione è obbligatoria per tutti i professionisti ai sensi del D.P.R. 137/2012 del 7 agosto 2012, che recita, all’art. 5 (“Obbligo di assicurazione”):
1. Il professionista è tenuto a stipulare, anche per il tramite di convenzioni collettive negoziate dai consigli nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti, idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall’esercizio dell’attività professionale, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente stesso. Il professionista deve rendere noti al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi della polizza professionale, il relativo massimale e ogni variazione successiva.
2. La violazione della disposizione di cui al comma 1 costituisce illecito disciplinare.
3. Al fine di consentire la negoziazione delle convenzioni collettive di cui al comma 1, l’obbligo di assicurazione di cui al presente articolo acquista efficacia decorsi dodici mesi dall’entrata in vigore del presente decreto.
Da anni è disponibile la polizza assicurativa CAMPI a un prezzo annuo vantaggioso. Si tratta di una polizza che consente di coprire assicurativamente un’ampia casistica di sinistri. Anche per il dottore in tecniche psicologiche.
Il dottore in tecniche psicologiche può essere rappresentato all’interno dei Consigli dell’Ordine regionali?
Certamente sì. La sezione B dell’Albo ha diritto a una rappresentanza obbligatoria nei Consigli Regionali dell’Ordine degli Psicologi. In ogni caso, i dottori in tecniche psicologiche hanno diritto di candidarsi ed essere eletti all’interno dei rispettivi Consigli dell’Ordine. Così come qualsiasi altro iscritto all’Ordine.
Il dottore in tecniche psicologiche risulta reperibile tra gli iscritti all’Ordine sul sito del proprio Albo Regionale?
Certamente sì. Tutti gli iscritti all’Ordine degli Psicologi figurano negli elenchi consultabili online sui rispettivi albi regionali. Inoltre sono reperibili sul sito del CNOP, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (www.psy.it).
Alla stessa maniera, anche il dottore in tecniche psicologiche ha diritto alla sua PEC (Posta Elettronica Certificata), con estensione .psypec.it. Ha altresì il dovere, come tutti i professionisti italiani, di possedere un indirizzo di posta elettronica certificata.
Il dottore in tecniche psicologiche deve attenersi alle regole prescritte dal Codice deontologico degli Psicologi italiani?
Certamente sì. L’articolo 1 del Codice deontologico degli Psicologi italiani recita testualmente (grassetti miei):
“Le regole del presente Codice Deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Albo degli psicologi“.
Pertanto, le regole prescritte dal Codice deontologico sono vincolanti anche per il dottore in tecniche psicologiche.
Il dottore in tecniche psicologiche ha diritto di pubblicizzare le proprie attività?
Certamente sì. Il tutto nei limiti della pubblicità informativa e non persuasiva stabiliti dalle attuali normative italiane e dall’Ordine degli Psicologi.
L’Ordine degli Psicologi della Lombardia, per fare un esempio, il 16/9/2010 ha emesso delle linee guida sulla pubblicità. Esse che comprendono anche gli iscritti alla sez. B dell’Albo (“Indirizzi generali sulla pubblicità delle attività professionali degli iscritti alla sezione A e B dell’Albo degli Psicologi della Lombardia“). Tale documento ha stabilito quanto segue (grassetti miei):
“Al fine di specificare le caratteristiche del servizio offerto, per una maggiore trasparenza nei confronti del cliente:
– l’iscritto alla sezione A dell’Albo può inoltre pubblicizzare il contesto professionale e l’area di intervento;
– lo psicologo-psicoterapeuta può inoltre pubblicizzare il modello teorico di riferimento relativo alla formazione conseguita e l’indirizzo;
– l’iscritto alla sezione B dell’Albo può inoltre pubblicizzare i settori specifici nei quali esercita la professione, le attività professionali di cui all’articolo 3, comma 1-quiquies della L. 170/2003.
E’ consentita pubblicità mediante targhe apposte sull’edificio nel quale il professionista svolge attività, inserzioni sugli elenchi telefonici, sugli elenchi generali di categoria e attraverso giornali, quotidiani e periodici di informazione.
L’informazione pubblicitaria è inoltre consentita su carta intestata, su biglietti da visita e con ogni altro mezzo, purché venga realizzata secondo criteri di correttezza, trasparenza e veridicità del messaggio e in un’ottica di servizio alla collettività, prestando particolare attenzione alla sua influenza sull’utenza.
In particolare, le inserzioni sulle pagine Web di Internet devono essere realizzate nel rispetto delle disposizioni del “Codice di condotta relativo all’utilizzo di tecnologie per la comunicazione a distanza nell’attività professionale degli psicologi” del CNOP.
Qualora sussistano dubbi circa la liceità della pubblicità, il professionista può rivolgersi all’Ordine in qualunque momento per chiedere una preventiva valutazione e un parere consultivo.”
Il dottore in tecniche psicologiche può fare counseling?
Il Ministero della Salute, nella sua lettera all’Ente Italiano di Normazione del 18/01/2019 ha individuato le professioni abilitate al counseling. nelle professioni del dottore in tecniche psicologiche, dello psicologo, dello psicologo psicoterapeuta, del medico psichiatra, del medico psicoterapeuta, le figure professionali abilitate all’erogazione di servizi di counseling.
Anche in questo caso, risulta fondamentale distinguere nuovamente tra dottore in tecniche psicologiche (il professionista abilitato dopo aver sostenuto l’Esame di Stato ed essersi iscritto all’Albo), a cui fa riferimento la lettera del Ministero, e il dottore in scienze e tecniche psicologiche. Ovvero il laureato di primo livello, che tuttavia non ha completato l’iter di abilitazione e di iscrizione all’Ordine.
Ma quindi: qual è la differenza tra il dottore in tecniche psicologiche e lo psicologo? E quali sono le differenze tra uno psicologo e uno psicoterapeuta?
Secondo le normative vigenti, le attività dello psicologo ricomprendono automaticamente tutte quelle previste dalle legge 170/2003 per i dottori in tecniche psicologiche. Tuttavia le competenze dello psicologo sono più ampie, ricomprendendo anche le attività di diagnosi e l’utilizzo di test anche non standardizzati.
Inoltre, lo psicologo può iscriversi a una scuola quadriennale in psicoterapia. Conseguendo così il titolo di psicologo psicoterapeuta. Si tratta di una possibilità di specializzazione che non è invece attualmente contemplata per il DTP.
Attualmente, con la riforma delle cosiddette “lauree abilitanti”, per diventare psicologo non è più necessario frequentare il tirocinio post lauream di 1000 ore. Né è più necessario sostenere l’Esame di Stato. Si diventa infatti psicologi già all’atto del conseguimento della laurea magistrale in Psicologia.
Allo stato attuale, ferme restano invece le procedure per l’abilitazione alla professione di DTP, già indicate all’inizio di questo articolo.
Perché diventare dottore in tecniche psicologiche
Personalmente, come formatore di Public Speaking (in presenza e online), tra il continuare a far parte delle cosiddette professioni non regolamentate, e l’accedere a una comunità professionale definita e riconosciuta, ho scelto la seconda via.
Questo, perché essere iscritto all’Ordine porta con sé garanzie importanti per l’utente. Come abbiamo visto, riassumendo: il Codice deontologico, l’assicurazione obbligatoria, l’elenco pubblico dei professionisti, ecc.
Alla stessa maniera, così come disciplinato dalla Legge 170/2003, il dottore in tecniche psicologiche può svolgere numerose attività che permettono un perimetro d’azione più ampio e definito rispetto alle professioni non regolamentate.
Il dottore in tecniche psicologiche ha una normativa specifica a cui far riferimento, un’abilitazione, un’iscrizione ordinistica riconosciuta dallo Stato. Sono aspetti importanti che, nello svolgimento della professione, contano molto.
Competenze, credibilità verso l’utenza, aggiornamento professionale, soddisfazione personale e professionale, sono alcune delle motivazioni che personalmente mi hanno spinto a entrare a far parte di questa comunità. Una comunità di cui vado molto orgoglioso.
Spero che questo articolo abbia dato qualche risposta in più alle tante domande che circolano rispetto a una professione, quella del dottore in tecniche psicologiche, con un grande potenziale da esprimere.
DISCLAIMER IMPORTANTE. Tutte le informazioni che hai trovato in questa pagina si riferiscono a normative, regolamenti e documenti ufficiali disponibili al momento dell’ultimo aggiornamento di questo articolo. Per qualsiasi informazione o chiarimento sulla professione e sulle competenze del dottore in tecniche psicologiche è necessario far riferimento al proprio ordine regionale.
Aggiornato il: 18 settembre 2023
Potrebbe interessarti anche:
Dott. Patrick Facciolo
Ultimi post di Dott. Patrick Facciolo
- Le tecniche segrete di “Belve” su Rai2 - 20 Novembre 2024
- Le tecniche di comunicazione di Elon Musk: dalla causalità sistemica alla causalità diretta - 14 Novembre 2024
- La gaffe di Meloni con la calcolatrice: ecco gli errori di comunicazione - 31 Ottobre 2024
Libri Parlare in pubblico
Se sei interessato ai temi del Public Speaking e della comunicazione sui media, ho da poco pubblicato la raccolta di tutti i miei libri. Si intitola "Enciclopedia del Public Speaking", ed è disponibile su Amazon.
Quali parole scegliere quando dobbiamo parlare in pubblico? Come favorire l'attenzione di chi ci ascolta? Come esprimere i nostri contenuti in maniera efficace? Come relazionarci meglio con lo stress che proviamo sul palco? Sono solo alcune domande a cui cerco di rispondere in maniera esaustiva in oltre 450 pagine.
"Enciclopedia del Public Speaking" è la raccolta dei miei primi cinque libri: "Crea immagini con le parole" (2013), "Il pubblico non è una mucca da contenuti" (2014), "Appunti di dizione" (2016), "Parlare al microfono" (2017) e "Parlare in pubblico con la mindfulness" (2019).
Enciclopedia del Public Speaking è disponibile su Amazon.