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Quanto conta la comunicazione non verbale? La teoria di Albert Mehrabian e i suoi critici

Quanto conta la comunicazione non verbale? La teoria di Albert Mehrabian e i suoi critici

Nei mesi scorsi, parlando delle tecniche per migliorare l’efficacia di un discorso in pubblico, ci siamo occupati dell’importanza dell’aspetto non verbale e di quello paraverbale nella comunicazione.

Oggi torniamo a parlare di questo tema. Approfondiamo le teorie di uno dei massimi teorici della comunicazione non verbale, Albert Mehrabian.

 

Le teorie di Mehrabian

Da alcuni studi condotti nel 1967 – e confluiti poi, nel 1972, nel libro Nonverbal Communication – lo psicologo statunitense Albert Mehrabian trasse la conclusione secondo cui gli aspetti non verbali (i movimenti del corpo, la postura, la gestualità, le espressioni e le microespressioni facciali) e paraverbali (tono della voce, ritmo, velocità di parlata) della comunicazione hanno una grande importanza nel veicolare i messaggi che esprimiamo ogniqualvolta ci troviamo a dialogare con uno o più interlocutori.

Questi studi sono stati, negli ultimi quarant’anni, al centro di numerose polemiche. E hanno portato a una vera e propria contrapposizione fra sostenitori e detrattori delle teorie di Mehrabian.

Gli esperimenti

Lo psicologo americano condusse due esperimenti distinti, dai quali trasse la conclusione illustrata sopra. Il primo era stato condotto insieme a Morton Wiener. Consisteva nel far leggere a uno speaker delle parole con un tono di voce incoerente col significato delle parole stesse.

In questo modo gli studiosi intendevano scoprire se fosse più importante il messaggio o il tono di voce utilizzato. A due soggetti femminili venne chiesto di leggere nove parole. Si trattava di tre parole positive, tre neutrali e tre negative. Ciascuna doveva essere letta con tre differenti tonalità (positiva, neutrale e negativa).

Le parole vennero poi registrate. A quel punto fu chiesto a 3 gruppi di 10 soggetti ciascuno di ascoltare la registrazione. E di identificare l’atteggiamento dell’oratore.

Il primo gruppo doveva prestare attenzione solo al contenuto

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Public Speaking: i manuali per parlare meglio in pubblico

Public Speaking: i manuali per parlare meglio in pubblico

Cari amici di Parlarealmicrofono.it,

nei mesi scorsi abbiamo affrontato il tema del public speaking, sottolineando le difficoltà che spesso si incontrano nel parlare in pubblico e proponendo quattro consigli per preparare un discorso efficace.

Oggi proseguiamo il discorso suggerendo alcuni manuali che possono aiutare chiunque abbia necessità di parlare di fronte a una platea ampia.

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Da Below a Beyond: la Comunicazione in Tempo di Crisi

Da Below a Beyond: la Comunicazione in Tempo di Crisi

Nei mesi scorsi abbiamo affrontato temi quali il copywriting e il public speaking, due attività connesse talvolta anche ai settori della pubblicità e delle relazioni pubbliche.

Sono, questi, due ambiti particolarmente attuali in un mondo dove l’influenza e la pervasività dei mass media si fanno sempre più accentuate. Ma quali sono le differenze fondamentali fra pubblicità e relazioni pubbliche?

Una vecchia distinzione

Nel linguaggio della comunicazione si utilizzano solitamente i termini “above the line” e “below the line” per distinguere fra le attività che sfruttano i circuiti tradizionali della pubblicità – affissioni, campagne stampa, spot pubblicitari televisivi e radiofonici – da quelle che invece si situano al di fuori da questi circuiti, come le relazioni pubbliche, le attività di marketing o di partnership. Questa distinzione, tuttavia, appare oggi superata, anche in relazione al ruolo che stanno ricoprendo in maniera sempre più decisiva i social media e la rete in generale.

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Manuali di dizione: quale scegliere?

Manuali di dizione: quale scegliere?

Alcune settimane fa ci siamo occupati della dizione, dedicando a questo tema un post nel quale abbiamo cercato di dare una risposta quanto più precisa ad una domanda semplice ma allo stesso tempo complessa: a cosa serve la dizione?

Quello che emergeva in maniera inequivocabile era come la dizione fosse fondamentale per intercettare l’intera platea potenzialmente al nostro ascolto. Parlare correttamente in pubblico non è un requisito necessario solo per gli attori o i conduttori radiofonici e televisivi, ma anche per chi si trova a dover presentare un progetto, la propria azienda o una proposta che può diventare la chiave di volta del proprio business.

Ecco allora che un buon manuale può fare la differenza e permettere anche a coloro che non hanno mai approfondito l’importanza della dizione di migliorare rapidamente la propria capacità di parlare in pubblico.

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