Che differenza c’è tra uno speaker, un conduttore radiofonico e un doppiatore?
Una delle domande più frequenti a cui capita di rispondere durante i corsi di dizione e speakeraggio riguarda la differenza tra tre figure professionali molto ambite: lo speaker, il conduttore radiofonico e il doppiatore. Facciamo un po’ d’ordine: sebbene tra le attività esistano senz’altro alcuni punti di contatto, è importante cercare di proporre un’ulteriore differenziazione nell’ambito di queste professioni. Schematizzando, esistono:
- Voice over talent (Speaker per audioproduzioni/fuori campo: documentari, filmati industriali, siti web, etc.)
- Speaker/doppiatori pubblicitari (Specializzati nella realizzazione di audio per la pubblicità)
- Speaker radiofonici (Specializzati nella conduzione di programmi radiofonici)
- Public Speaker (Specializzati nella comunicazione in pubblico)
- Doppiatori (Specializzati nel dubbing di produzioni cinematografiche/serie tv/cartoni animati)
Come dicevamo prima, e come abbastanza evidente, esistono senz’altro tratti in comune tra tutte queste mansioni, eppure le competenze che portano i professionisti ad occuparsi di ciascuno di questi ambiti sono molto diverse tra loro. Analizziamole.


Oggi vogliamo rivolgere la nostra attenzione a una professione molto affascinante, ma spesso sconosciuta. In pochi si rendono conto della sua esistenza, a meno che non si sia appassionati di cinema o televisione o che non si lavori già nell’ambito dello spettacolo e dell’intrattenimento. Parliamo del doppiaggio e del percorso formativo da intraprendere per diventare bravi doppiatori.


capita di essere alle prese con il primo provino da speaker, cantante, attore o annunciatore radio-televisivo, e di ritrovarsi col dubbio di approfondire o meno i temi della dizione corretta. Anzitutto possiamo dare un primo spunto affermando che la dizione italiana corretta denota l’amore e la passione per la nostra lingua, e che probabilmente meriterebbe un po’ di attenzione in più a prescindere, considerato che la distinzione scritta tra vocali aperte e chiuse la utilizziamo solo per pochissime parole.