Come si diventa doppiatore
Oggi vogliamo rivolgere la nostra attenzione a una professione molto affascinante, ma spesso sconosciuta. In pochi si rendono conto della sua esistenza, a meno che non si sia appassionati di cinema o televisione o che non si lavori già nell’ambito dello spettacolo e dell’intrattenimento. Parliamo del doppiaggio e del percorso formativo da intraprendere per diventare bravi doppiatori.
Essere doppiatori vuol dire innanzitutto essere professionisti della parola. Nella maggior parte dei casi i doppiatori sono attori che prestano la loro voce per il doppiaggio di un film, di un cartone animato, di una serie tv, ma talvolta la figura del doppiatore può coincidere con quella dello speaker di uno spot radiofonico o di una voce fuori campo per un documentario o un videogioco.
Caratteristiche fondamentali
Come si diceva, quella del doppiaggio non è fra le professioni più comuni. Le caratteristiche principali per diventare doppiatore non sono di certo i titoli di studio ufficiali, anche se una laurea in scienze dello spettacolo o in lettere non guasta. Servono piuttosto qualità caratteriali come la sensibilità, la determinazione e la costanza. Fondamentale è avere una perfetta dizione, quindi essere capaci di pronunciare le parole in italiano corretto e senza inflessioni dialettali.
Quello del doppiaggio è un campo in cui è necessario migliorare la comunicazione verbale per ottenere la chiarezza espressiva richiesta. Per questo è necessario intraprendere studi di dizione, fonetica, recitazione e soltanto dopo, corsi di doppiaggio vero e proprio. Certamente chi è nato e vissuto nel Nord o Sud Italia all’inizio può essere meno avvantaggiato rispetto un toscano o un laziale, e necessita di un esercizio maggiore, ma questo non pregiudica affatto la riuscita e il talento.
Basta una dose di buona volontà e tanta pazienza. La voce è la dote più importante, deve essere gradevole o particolare. Oltre alla voce, uno strumento con cui il doppiatore deve avere dimestichezza è il microfono. Come per i cantanti e per gli speaker radiofonici il microfono deve essere gestito in modo tale da valorizzare al meglio il timbro.
Dunque è chiaro che il mestiere del doppiatore non può essere improvvisato né tantomeno sottovalutato perché, proprio come quello dell’attore, ha bisogno di una sensibilità e di una preparazione specifica che permettano di interpretare ruoli e personaggi emozionando esclusivamente con la voce senza l’aiuto della gestualità.
Capita talvolta che i doppiatori superino per bravura i grandi attori cui prestano la voce. L’Italia in questo senso vanta una delle migliori scuole di doppiaggio nel mondo, un’attività che si è sviluppata in particolare durante la seconda guerra mondiale, quando il regime fascista proibiva la proiezione di film in lingua straniera e il doppiaggio proveniente da Hollywood.
I doppiatori italiani di cinema sono famosi in tutto il mondo per la loro bravura. Grandi nomi del doppiaggio italiano sono Claudio Sorrentino, Luca Ward, Giancarlo Giannini.
Diventare doppiatore: alcuni spunti per la formazione
L’ideale per iniziare un percorso formativo è frequentare corsi o scuole apposite, la maggior parte dei quali si trova a Roma (centro del cinema e dunque del doppiaggio perché sede di Cinecittà), ma anche a Milano dove ci si prepara più per le fiction o le pubblicità. Anche Parlarealmicrofono.it propone corsi che possono risultare propedeutici allo studio del doppiaggio, in modalità individuale o minigruppo (ad esempio il corso di dizione e speakeraggio al microfono).
Nella strada verso il doppiaggio, inoltre, è molto importante autopromuoversi e farsi sentire frequentando il più possibile le sale di doppiaggio, in modo da imparare sul campo le tecniche e trucchi del mestiere. In questo contesto ci si confronta inoltre con tutti gli operatori che lavorano nel settore: adattatori dialoghisti, traduttori di audiovisivi, assistenti, fonici, registi. Partecipare a casting o provini e fare esperienza sono il miglior modo per crearsi un curriculum adeguato e per riuscire a farsi strada.
© Parlarealmicrofono.it – Tutti i diritti riservati, vietata la riproduzione anche parziale.
Potrebbe interessarti anche:
Libri Parlare in pubblico
Se sei interessato ai temi del Public Speaking e della comunicazione sui media, ho da poco pubblicato la raccolta di tutti i miei libri. Si intitola "Enciclopedia del Public Speaking", ed è disponibile su Amazon.
Quali parole scegliere quando dobbiamo parlare in pubblico? Come favorire l'attenzione di chi ci ascolta? Come esprimere i nostri contenuti in maniera efficace? Come relazionarci meglio con lo stress che proviamo sul palco? Sono solo alcune domande a cui cerco di rispondere in maniera esaustiva in oltre 450 pagine.
"Enciclopedia del Public Speaking" è la raccolta dei miei primi cinque libri: "Crea immagini con le parole" (2013), "Il pubblico non è una mucca da contenuti" (2014), "Appunti di dizione" (2016), "Parlare al microfono" (2017) e "Parlare in pubblico con la mindfulness" (2019).
Enciclopedia del Public Speaking è disponibile su Amazon.