Mario Draghi critica l’uso delle parole inglesi: perché non sono d’accordo
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ieri ha svolto una conferenza stampa a Fiumicino sui temi della campagna vaccinale e delle iniziative che sta prendendo il governo per l’economia italiana.
In un passaggio della conferenza, dopo aver citato le parole “smartworking” e “babysitting“, Draghi ha criticato l’utilizzo di queste stesse parole, alzando gli occhi dal foglio e dicendo: “Chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi”.
Premesso che in molti miei video sulla comunicazione ho rimarcato molte volte l’importanza di “glossare” (tradurre) i termini inglesi in italiano, in questo caso da ascoltatore sono rimasto un po’ confuso dalla scelta di Draghi: se infatti un relatore usa una parola, e subito dopo si chiede perché usiamo così spesso parole del genere, come ascoltatore mi chiedo proprio perché lui stesso le utilizzi.
In sostanza, il punto è lo stesso che vi ho proposto anche altre volte (per esempio nella puntata dedicata al presente storico e all’uso del “tu” e del “voi” nella comunicazione sul web): quanta coerenza c’è tra ciò che dico e la descrizione che il linguaggio fa di ciò che dico? Se io dico delle parole in inglese, e subito dopo mi chiedo perché dobbiamo usare tutte queste parole in inglese, chi sta parlando?
Parla un testo scritto, e quindi ne sto prendendo le distanze, o parlo io in prima persona?
Me ne occupo in questo video.
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