Il mio blog: le tecniche per parlare in pubblico

Mario Draghi critica l’uso delle parole inglesi: perché non sono d’accordo

Mario Draghi critica l’uso delle parole inglesi: perché non sono d’accordo

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ieri ha svolto una conferenza stampa a Fiumicino sui temi della campagna vaccinale e delle iniziative che sta prendendo il governo per l’economia italiana.

In un passaggio della conferenza, dopo aver citato le parole “smartworking” e “babysitting“, Draghi ha criticato l’utilizzo di queste stesse parole, alzando gli occhi dal foglio e dicendo: “Chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi”.

Premesso che in molti miei video sulla comunicazione ho rimarcato molte volte l’importanza di “glossare” (tradurre) i termini inglesi in italiano, in questo caso da ascoltatore sono rimasto un po’ confuso dalla scelta di Draghi: se infatti un relatore usa una parola, e subito dopo si chiede perché usiamo così spesso parole del genere, come ascoltatore mi chiedo proprio perché lui stesso le utilizzi.

In sostanza, il punto è lo stesso che vi ho proposto anche altre volte (per esempio nella puntata dedicata al presente storico e all’uso del “tu” e del “voi” nella comunicazione sul web): quanta coerenza c’è tra ciò che dico e la descrizione che il linguaggio fa di ciò che dico? Se io dico delle parole in inglese, e subito dopo mi chiedo perché dobbiamo usare tutte queste parole in inglese, chi sta parlando?

Parla un testo scritto, e quindi ne sto prendendo le distanze, o parlo io in prima persona?

Me ne occupo in questo video.

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Dott. Patrick Facciolo

Mi occupo di Public Speaking perché per me è importante che le persone si sentano ascoltate. Realizzo corsi individuali, aziendali e di gruppo, in presenza in tutta Italia e online attraverso Zoom. Diplomato al liceo classico, laureato in Scienze e tecniche psicologiche, in Filosofia e in Scienze politiche, master universitario di primo livello in Counseling relazionale nei contesti scolastici, educativi e socio-sanitari, sono iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia in qualità di Dottore in tecniche psicologiche per i contesti sociali, organizzativi e del lavoro. Da oltre quindici anni sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Non amo la definizione di esperto di comunicazione e di esperto di Public Speaking, perché è una conquista da dimostrare sul campo, con le proprie competenze e i propri titoli. Apprezzo che mi venga detto, non lo sentirete dire da me. In questi anni ho pubblicato 9 libri, i più importanti dei quali sono “Crea immagini con le parole” (2013), “Parlare in pubblico con la mindfulness” (2019), e "Contro le metafore" (2022), disponibili su Amazon.
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Quali parole scegliere quando dobbiamo parlare in pubblico? Come favorire l'attenzione di chi ci ascolta? Come esprimere i nostri contenuti in maniera efficace? Come relazionarci meglio con lo stress che proviamo sul palco? Sono solo alcune domande a cui cerco di rispondere in maniera esaustiva in oltre 450 pagine.

"Enciclopedia del Public Speaking" è la raccolta dei miei primi cinque libri: "Crea immagini con le parole" (2013), "Il pubblico non è una mucca da contenuti" (2014), "Appunti di dizione" (2016), "Parlare al microfono" (2017) e "Parlare in pubblico con la mindfulness" (2019).

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