5 ragioni per cui Alberto Angela vince sempre in TV
“Stanotte a Parigi” su Rai 1 ha vinto la serata Auditel di ieri con 3.239.000 ascoltatori e il 21,2% di share. In questo post vi spiego perché.
1. Alberto Angela sceglie lentezza e stabilità dell’inquadratura. Al contrario di suoi concorrenti di altri canali, che riempiono i documentari con tripudi inutili di droni e inquadrature grandangolari veloci, che fanno solo venire il mal di mare.
2. La scelta della colonna sonora ha sempre un senso e il volume è adeguato. Permette la comprensione delle parole. Al contrario di suoi concorrenti, che scelgono musiche epiche ad alto volume in ogni sequenza. Rendendole inutili, perché se tutto è epico, niente è epico.
3. Capacità di Perspective-taking: se a casa è notte, nel documentario è notte. Se a casa è inverno, nel documentario è inverno. È valso per “Una notte a Pompei”, vale correttamente per “Stanotte a Parigi”. Entrambi successi.
4. Pensiero laterale: “Stanotte a Parigi” parla di Parigi, ma in interconnessione con temi trasversali: l’intervista a Mika è l’occasione per parlare di musica, quella a Donnarumma per parlare di calcio, quella a Lola Ponce per parlare di musical. Così come il Museo di Storia Naturale è l’occasione per parlare di dinosauri. Il titolo è un pretesto (nobile) per interconnettersi con altre discipline.
5. Alberto Angela è Alberto Angela: sembra una tautologia, è molto di più: linguaggio semplice, chiarezza dell’eloquio, gesticolazione coerente con le parole e non forzata (qui mi taccio su alcuni suoi concorrenti di altre reti). Soprattutto, orientamento al pubblico: le parole, più che al tema di cui si parla, sono rivolte a chi è a casa.
Ecco le caratteristiche che, da sole, bastano per superare negli ascolti tutti i concorrenti.
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