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“Scendi il cane”: perché do ragione all’Accademia della Crusca

“Scendi il cane”: perché do ragione all’Accademia della Crusca

In questi giorni si discute molto della parziale apertura da parte dell’Accademia della Crusca sull’utilizzo di formule come “siedi il bambino” o “esci il cane”, cioè dell’uso transitivo di verbi che fino a poco tempo fa non erano considerati tali.

Personalmente, penso che siamo noi gli attori del linguaggio: noi stessi, attraverso il nostro uso, modifichiamo giorno dopo giorno le abitudini consolidate con cui ci esprimiamo. Questo non significa dimostrare noncuranza o ignorare le regole della grammatica. Significa accettare l’idea che l’italiano, lentamente, cambia, anche sulla base dell’uso.

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Dubbi sull’italiano corretto? Niente paura: c’è l’Accademia della Crusca

Dubbi sull’italiano corretto? Niente paura: c’è l’Accademia della Crusca

 

In questi giorni ricorre il 150° anniversario dell’unita d’Italia. Anche per questo abbiamo deciso di occuparci di un’istituzione che tanto ha contribuito ad un aspetto fondamentale per la nascita di un paese davvero unitario: l’unificazione linguistica.

 

La storia dell’Accademia della Crusca e il primo vocabolario

Stiamo parlando dell’Accademia della Crusca, la più importante istituzione linguistica italiana. Fondata a Firenze nel 1583, l’Accademia nasce quando un gruppo di amici, che già negli anni precedenti usava riunirsi in convivi sotto il nome di “brigata dei crusconi”, indirizza quelli che inizialmente erano incontri all’insegna delle “cruscate”, ossia di discorsi ironici e di scarsa rilevanza, verso l’intento normativo di fissare una lingua corretta e unitaria, sulla base del volgare fiorentino utilizzato dai poeti del Trecento.

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