Sanremo: perché Blanco dovrebbe imparare da Amedeo Minghi a stare sul palco
Perché Blanco dovrebbe imparare a stare sul palco da Amedeo Minghi. Ne parlo in questo video, citando un episodio avvenuto durante il Festival di Sanremo 1996, e comparandolo con l’episodio dei vasi di rose rotti sul palco dell’Ariston poche ore fa.
Ecco le parole di Blanco ieri sera al termine della sua esibizione sul palco dell’Ariston, dopo aver rovesciato dei vasi pieni di rose al Teatro Ariston:
“Sono comunque divertito, non si poteva fermare quindi mi sono comunque divertito”.
Notiamo con attenzione questa frase: “Mi sono comunque divertito”. Ovvero: al centro dell’attenzione non c’è il pubblico, c’è la percezione di divertimento dell’artista. L’orientamento al pubblico in questa frase non è prevista. Il tema è: “Io mi sono divertito”, e non “Come si può essere sentito l’altro”.
Nel 1996, sempre al Festival di Sanremo, era successa una cosa simile ad Amedeo Minghi: il microfono non funzionava come doveva. Guardate però la differenza di stile:
Amedeo Minghi: “Mi dispiace, mi dispiace: c’è un problema” – Pippo Baudo: “Infatti c’è un’eco che ritorna, sento come se ci fossero due Minghi. Va bene siamo in diretta e può succedere […] Raccomandazione ai giurati: non tenete conto dell’incidente. Cantare è d’amore, Amedeo Minghi”.
Amedeo Minghi ripete più volte “mi dispiace”, pur non dipendendo da lui questa disavventura tecnica. Cosa possiamo imparare da questi due approcci diversi? O meglio: cosa può imparare Blanco da questo approccio diverso di Amedeo Minghi? Il tema dell’orientamento al pubblico e il tema del decentramento cognitivo.
Ovvero: in un dato momento è possibile decentrarsi cognitivamente – si direbbe in psicologia – sul pubblico. È possibile mettersi nei panni del pubblico. Ed è lì che l’artista può provare dispiacere, perché in quel momento ha l’attenzione di tutti rivolta verso di lui e non è riuscito nella performance pur non dipendendo da lui il problema tecnico.
Nel caso di Blanco notiamo invece il comportamento opposto. Ovvero: “mi sono divertito lo stesso” ed è in questo che notiamo l’enorme differenza di approccio con Amedeo Minghi, seppur a distanza di tanti anni. La differenza sostanziale sta quindi in questo: da una parte c’è orientamento al pubblico e dispiacere che il pubblico non abbia potuto godere della performance così come l’artista l’aveva pensata. Dall’altra parte c’è il “mi sono divertito lo stesso”.
Ma a me, come spettatore, che tu ti sia divertito interessa piuttosto poco.
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