Discorso di Sergio Mattarella alle Camere: analisi della comunicazione
Il 3 febbraio 2022 si è tenuto, a Camere riunite, il secondo discorso di insediamento di Sergio Mattarella come Presidente della Repubblica.
Nel video di oggi vi propongo un confronto tra questo discorso e quello del 2015, soffermandomi in particolar modo sul linguaggio utilizzato dal Presidente.
L’analisi linguistica del discorso di Sergio Mattarella
Se osserviamo la cosiddetta tag cloud, cioè la nuvola di parole, emerge abbastanza chiaramente che quelle più utilizzate nel primo discorso (quello del 2015, di cui mi ero già occupato qui) sono tutte parole piuttosto concrete:
- Costituzione
- Presidente
- parlamentari
- volto
- popolo
- giovani
Come potete notare, si tratta di parole ad alto valore d’immagine, che tendono cioè a costruire un’immagine mentale: se io dico “giovani” penso subito a dei giovani, se dico “popolo” mi figuro delle persone.
Analizzando invece la tag cloud dell’ultimo discorso di insediamento del Presidente Mattarella (quello di quest’anno), possiamo notare come in realtà la quantità di parole astratte sia molto presente; il termine “dignità”, per esempio, è quello utilizzato più volte, 16 per l’esattezza.
Per quanto riguarda la complessità/semplicità dei due discorsi, il cosiddetto Indice Gulpease (un indice di leggibilità dei testi in cui il valore maggiore indica la leggibilità più alta) mostra un punteggio di 51 nel 2015, mentre quello più recente è di 47.
Questo significa che l’ultimo discorso risulta leggermente più difficile dal punto di vista della leggibilità, anche se si tratta comunque di un testo che è considerato completamente leggibile per una platea di persone che abbiano conseguito un titolo di studio di scuola superiore.
Ho poi analizzato la lunghezza media dei periodi, ovvero quante parole sono presenti all’interno di una frase. Possiamo vedere che nel precedente discorso di Sergio Mattarella le parole per frase erano 19, in questo caso invece sono 24. Quando inseriamo più parole all’interno di una frase, questa può essere di più difficile comprensibilità: maggiori sono le parole, maggiore può essere lo sforzo dell’ascoltatore di decodificare questo contenuto.
Un altro aspetto significativo è la quantità di parole che appartengono al cosiddetto Vocabolario fondamentale della lingua italiana, quel vocabolario elaborato diversi anni fa da Tullio De Mauro (poi aggiornato nel tempo) che contiene le 2.000 – 2.500 parole con cui vengono costruiti la maggior parte dei discorsi dell’italiano.
Se nel discorso del 2015 le parole appartenenti al Vocabolario fondamentale della lingua italiana erano il 71,4%, nell’ultimo rappresentano il 71,5%; è interessante notare, in questo caso, la quasi assoluta parità.
Concludendo: come ha comunicato il Presidente della Repubblica?
In conclusione, dopo l’analisi che abbiamo appena visto, possiamo affermare che il secondo discorso di insediamento del Presidente Sergio Mattarella è complessivamente un discorso semplice, orientato al pubblico, con un livello di complessità un po’ maggiore e un livello di astrazione un po’ maggiore rispetto a quello del 2015.
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