Mattarella meglio di Ciampi e Napolitano: è suo il discorso più concreto e comprensibile
Secondo un’analisi condotta dall’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR per Parlarealmicrofono.it, il neo Presidente della Repubblica ha scelto la semplicità per inaugurare la sua presidenza.
Milano, 5 febbraio 2014 – Un discorso semplice a livello sintattico e chiaro nei contenuti: è quanto emerge dall’analisi del discorso di insediamento del neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, condotta grazie agli strumenti della linguistica computazionale.
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↓ Ascolta l’intervista con Giulia Venturi del CNR ↓
Da una prima valutazione condotta dai ricercatori dell’ItaliaNLP Lab del CNR di Pisa per Parlarealmicrofono.it – portale punto di riferimento in Italia sui temi della dizione e del public speaking – emerge inequivocabilmente un dato: il linguaggio della politica sta cambiando, e il nuovo Capo dello Stato si inserisce pienamente nel solco di questa trasformazione.
Rispetto ai discorsi di insediamento dei suoi immediati predecessori, Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi, quello di Mattarella si caratterizza per la scelta di frasi brevi (in media soltanto 19 parole contro le 37 di Napolitano e le 25 di Ciampi) e con strutture sintattiche semplici (nel discorso di Mattarella solo il 28% delle frasi sono subordinate, mentre in quelli di Napolitano e Ciampi le subordinate erano il 38%).
Grazie agli strumenti della linguistica computazionale, la ricerca ha potuto quantificare quali sono le caratteristiche linguistiche che rendono il discorso di Mattarella più leggibile e dunque efficace. L’analisi sottolinea, ad esempio, che una delle frasi più facilmente comprensibili del discorso è quella in cui Mattarella spiega il compito di garante della Costituzione affidato alla figura del Presidente della Repubblica: “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro.
Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza (…). Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici (…)”. Risulta evidente da questi passaggi come il Capo dello Stato abbia voluto declinare in termini pratici un ruolo all’apparenza astratto come quello di “garante della Costituzione”.
Proprio la capacità di passare dall’astratto al concreto è uno dei punti chiave del discorso pronunciato da Sergio Mattarella: non è un caso che oltre il 71% dei termini scelti da Presidente appartenga al Vocabolario Fondamentale, ossia quei circa 2.000 termini che, secondo la classificazione di Tullio De Mauro, sono facilmente comprensibili a tutti i parlanti italiano.
Fra questi, i lemmi “diritti”, “speranza” e “popolo” sono fra i più importanti nell’economia dello speech del Presidente. Analizzando poi il testo del discorso attraverso l’indice di leggibilità Gulpease, possiamo notare che totalizza complessivamente 51 punti, risultando quindi di facile comprensione per chiunque abbia conseguito un diploma di scuola superiore. Per fare un confronto, il discorso di insediamento di Carlo Azeglio Ciampi aveva ottenuto 47 punti, mentre quello di Giorgio Napolitano soltanto 43.
“Il discorso di Mattarella è un ottimo esempio di come il linguaggio della politica si stia semplificando – sottolinea Patrick Facciolo, ideatore di Parlarealmicrofono.it. La necessità di essere più vicini alla gente, di rispondere a problemi sempre più stringenti e concreti, costringe la politica a scendere anche a livello linguistico dal piedistallo su cui si era arroccata nei decenni passati, e i dati dell’Istituto di Linguistica Computazionale del CNR ci aiutano a fotografare in modo più scientifico questo scenario.
Se negli anni Settanta un discorso quasi incomprensibile era spesso considerato segnale di competenza e di capacità dell’oratore – conclude Facciolo – oggi possiamo dire che il pregio maggiore di un politico sia invece quello di avvicinarsi quanto più possibile al linguaggio parlato dalle persone comuni”.
Dott. Patrick Facciolo
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