Conte fa pubblicità a Giorgia Meloni, solo che lui non se ne accorge: i rischi delle figure retoriche in comunicazione
In un suo recente video pubblicato su Instagram, Giuseppe Conte ha raccontato quali sono le proposte per i giovani di Giorgia Meloni.
Il problema è che le ha descritte così bene da non rendere chiaro se lui stesso fosse a favore oppure contrario.
Ancora una volta in questo episodio torno a parlare dei rischi delle figure retoriche – tra cui le antifrasi, tanto care a Conte – in comunicazione politica.
Giuseppe Conte e l’utilizzo dell’antifrasi
Giuseppe Conte ha aperto con queste parole il videomessaggio pubblicato sul suo profilo Instagram alcuni giorni fa:
“Occhio ragazzi, c’è una proposta per voi da parte di Fratelli d’Italia, vale a dire Giorgia Meloni. ‘Appunti per un programma conservatore’, un documento che è stato discusso lo scorso aprile.”
E non finisce qui, ovviamente.
“C’è un’attenzione particolare per voi giovani. Viene previsto un sistema di intelligenza artificiale, che rintraccerà l’elenco dei giovani che ogni anno terminano le scuole superiori o l’università.
E che cosa bella, vi arriva una proposta, una proposta di lavoro. Non importa però se precario o sottopagato, a questa proposta di lavoro non potrete opporre un rifiuto.”
Nel suo videomessaggio Conte punta tutto sull’antifrasi, una figura retorica che consiste nell’affermare il contrario di ciò che si vuole intendere. Peccato però che questa cosa emerga solo dopo 38 secondi, che sui social sono un tempo interminabile. Non è la prima volta che Giuseppe Conte ricorre all’antifrasi all’interno dei suoi discorsi.
A questo proposito, alcuni mesi fa ho realizzato un video partendo proprio dall’analisi di un suo intervento a Porta a Porta, per spiegare come l’utilizzo delle figure retoriche nei contesti del Public Speaking possa rivelarsi spesso controproducente.
Le figure retoriche sui social sono una strategia efficace?
In termini di permanenza del pubblico, l’andamento di un video sui social segue una curva decrescente. Osservando il grafico riportato di seguito, infatti, notiamo che si parte da un picco, che rappresenta il 100% degli spettatori al secondo 1, e si continua a scendere fino a una cifra variabile. Per alcuni questa cifra è pari a zero, mentre per altri può essere molto più alta, ma in ogni caso sarà nettamente inferiore rispetto all’inizio.
Detto ciò, se Giuseppe Conte impiega 38 secondi per farci capire che sta usando un’antifrasi, dove si troverà il pubblico in quel momento? Con tutta probabilità, in un video della durata di un minuto e mezzo, saremo prossimi al punto in cui la curva del nostro grafico subisce una flessione.
Questo significa che tutto il segmento che da qui va al 100% degli ascoltatori non avrà capito che si trattava di una figura retorica, o comunque non avrà avuto la pazienza di arrivare alla fine del video, e di conseguenza non avrà decodificato correttamente il messaggio.
Anzi, paradossalmente, a quella percentuale di persone sarà potuto sembrare che Giuseppe Conte condividesse la proposta di Giorgia Meloni. Questo è il motivo per cui, ancora una volta, è importante fare attenzione alle figure retoriche che si utilizzano in comunicazione politica, alle metafore, alle antifrasi, all’ironia.
Si tratta infatti di elementi del discorso che devono essere decodificati, e se non è chiaro che stiamo utilizzando delle figure retoriche il messaggio che rischiamo di passare agli ascoltatori è esattamente l’opposto di quello che vogliamo trasmettere.
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