Il mio blog: le tecniche per parlare in pubblico

Convincere gli altri dipende dagli altri

Convincere gli altri dipende dagli altri

Mi capita spesso di leggere in rete che esistono frasi e parole magiche per convincere i nostri interlocutori, sia che si tratti di vendite e di trattative, sia di altri contesti in cui risultare convincenti può essere determinante.

Eppure, se davvero esistessero parole e frasi magiche per far fare agli altri ciò che desideriamo, tutti venderebbero qualsiasi prodotto a chiunque, e qualsiasi politico vincerebbe sempre le elezioni.

In questa puntata racconto che sì, il linguaggio ci può essere utile per comunicare in modo efficace, sintetico, chiaro, e per far ricordare agli altri i nostri contenuti. Ma arrivati a quel punto, la comunicazione diventa comunque un fatto di relazione tra noi e chi ci ascolta. E non è detto che chi ci ascolta decodifichi (o voglia decodificare, per mille ragioni) il nostro messaggio necessariamente come desideriamo noi.

Perché dall’altra parte non c’è un robot, ma un essere umano con le sue caratteristiche uniche, irripetibili, che non possiamo pronosticare sempre a priori.

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Elogio dell’ozio prima di parlare in pubblico

Elogio dell’ozio prima di parlare in pubblico

Spesso alla parola “ozio” associamo dei significati negativi, non considerando invece che oziare può esserci utile per non alimentare di continuo pensieri su quello che dovremo fare da lì a poco.

In questa puntata torno a parlarvi di mindfulness, di consapevolezza, e vi racconto come mi capiti spesso di “oziare” prima di un discorso in pubblico, e di migliorare così anche la mia gestione dello stress da palco.

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Perché “mandami le slide prima dell’evento” è un concetto sbagliato

Perché “mandami le slide prima dell’evento” è un concetto sbagliato

Certe volte quando dobbiamo fare un intervento in pubblico ci viene richiesto di mandare in anticipo le slide agli organizzatori.

Premesso che in alcuni casi è indispensabile per ragioni logistiche, tecniche e organizzative, in molti altri casi prima di partire in quarta con questa abitudine potremmo fare qualche riflessione.

Se infatti è vero che è importante prepararsi, preparare dei contenuti e delle slide efficaci e ben organizzate, allo stesso tempo torno a ribadire che la relazione col nostro pubblico nasce nel “qui e ora” quando stiamo davvero parlando in pubblico.

Non possiamo cioè prevedere tutto quello che succederà, come reagirà il nostro pubblico, e come ci relazioneremo con le persone che ci ascolteranno.

Per questa stessa ragione non possiamo sapere già da prima, alla perfezione, quante e quali slide proietteremo: potrebbe capitarci di dover aprire un’altra presentazione per fare un approfondimento che non avevamo previsto, potrebbe capitarci una domanda che ci fa saltare da una slide all’altra della presentazione, potremmo averne preparare più del previsto e mostrarne la metà, e così via.

Ancora una volta, il Public Speaking, l’atto di parlare in pubblico, si realizza nel momento presente, la relazione con il nostro pubblico si crea nel momento presente, e perché no, anche la scelta delle slide da mostrare può essere legittimamente condizionata da quello che succede “qui e ora”.

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Rompere il ghiaccio con il pubblico: il mito dell’ice-breaking

Rompere il ghiaccio con il pubblico: il mito dell’ice-breaking

Ma è proprio vero che quando cominciamo un discorso dobbiamo per forza “rompere il ghiaccio” con una frase dirompente?

Il momento iniziale di un discorso, spesso, è uno dei più stressanti per il relatore. E cominciare per forza con un elemento di “rottura”, che catturi subito l’attenzione del pubblico, può non essere un’esperienza semplice.

In questa puntata difendo nuovamente il diritto del relatore di svolgere una perfomance “media”. Ovvero di fare sul palco le cose che si sente (e non che gli hanno “detto di fare” su qualche libro).

Ché poi, restando nella metafora dell’ice-breaking, è bene ricordarci che il ghiaccio con il pubblico non va per forza rotto. Ma possiamo anche lasciarlo sciogliere naturalmente, nel corso dei minuti.

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