Parlare in pubblico senza annoiare: John Medina e la regola dei 10 minuti
Nell’era moderna della comunicazione c’è un ostacolo antico che chiunque parli ad un pubblico deve superare: il calo di attenzione di chi ascolta.
Un aiuto in questo senso arriva dal libro “Il Cervello. Istruzioni per l’uso” nel quale l’autore, il biologo molecolare John Medina, elenca dodici preziose regole per capire come funziona il cervello e trarne il massimo profitto. Una in particolare affronta il tema dell’attenzione.
Suddividere l’intervento
John Medina, professore di bioingegneria alla University of Washington School of Medicine, nella “regola n° 4: le cose noiose non catturano l’attenzione”, sottolinea come le persone che ascoltano una lezione o una presentazione staccano la spina dopo 10 minuti. Dopo questo tempo, la loro attenzione si può riaccendere raccontando degli aneddoti inerenti l’argomento oppure creando eventi emotivi. Nella maggior parte dei casi chi parla ha bisogno di più tempo per esporre i concetti chiave e deve quindi trovare un equilibrio dividendo il proprio intervento in moduli.
Le pause emotive
Ogni modulo durerà 10 minuti: il 1° minuto per esporre il concetto chiave, gli altri 9 per fornire i dettagli. Per mantenere alta l’attenzione di chi ascolta diventa fondamentale il passaggio da un blocco all’altro. Questo passaggio deve essere caratterizzato da uno stimolo.
Come scrive John Medina “bisogna lanciare all’uditorio un amo, per esempio un aneddoto che susciti emozioni come il riso, l’incredulità o la paura. Maggiore è l’attenzione che il cervello rivolge ad uno stimolo, più elaborato sarà il modo in cui l’informazione è codificata e conservata”. Ricordate: rispettare la regola dei dieci minuti significa concedere una pausa al cervello di chi sta ascoltando.
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