Giorgia Meloni e la sua eterna assemblea d’istituto
E così ci siamo: come tutti i compiti in classe che rinvii perché stai male, c’è sempre un prof che quando torni a scuola poi t’interroga.
Domani Giorgia Meloni affronterà la famosa “Conferenza stampa di fine anno”, e per lei probabilmente è un po’ come se si trattasse di quel giorno di interrogazioni. Argomenti: caso Pozzolo, Verdini, MES, ddl concorrenza, elezioni europee e chi più ne ha più ne metta. Non poco, se hai accumulato molte materie.
Meloni ha provato e riprovato le risposte a tutte le domande possibili (fonte: Corriere della Sera). Ma come in ogni contesto di simulazione di media training, quando provi e riprovi lo fai sempre in ambienti artificiali e protetti. E negli ambienti artificiali la nostra attivazione emotiva è differente: sono diversi gli effetti delle nostre risposte, così com’è diversa la nostra reazione a volti amici e a consulenti che ce le pongono.
Per questo la partita di domani sarà tutta diversa. E i precedenti non depongono a favore di Meloni. La premier, lo abbiamo imparato, sa fare comunicativamente molte cose, ma un paio proprio no: per esempio non sa assumere posizioni “senza se e senza ma”. Forse per puntiglio, forse per non darla vinta all’interlocutore. Un po’ come se si trovasse in un’eterna assemblea d’istituto delle superiori, da cui sembra non essere mai uscita.
E come in ogni assemblea d’istituto i toni si scaldano, le emozioni vanno e vengono, la voce si alza, lo sguardo si fa sfidante, ed è in quel momento che la modulazione emotiva che avevi provato tante volte diventa un ricordo lontano.
Ebbene: in tutto questo andirivieni di giustificazioni e compiti in classe rimandati, di assemblee in cui litigare con gli attivisti di sinistra (i giornalisti, secondo lei), di colloqui col Preside della scuola (Mattarella, secondo lei), Meloni forse non si è accorta che quello schema combattivo di studentessa di tanti anni fa, e la relativa corazza, non le servono più.
Perché tutti quei nemici e professori, semplicemente, non esistono. Esiste invece una realtà concreta e fattuale, di persone che legittimamente esigono risposte dalla loro Premier.
Dicevamo, un tempo, di Matteo Renzi: “con questa opposizione governerà altri vent’anni”. Non è andata così.
Lo snodo di domani ci farà capire se anche per Meloni comincerà a spettare lo stesso identico destino.
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