Il mio blog: le tecniche per parlare in pubblico

Come scegliere le parole giuste da dire al microfono? Riscopriamo un libro fondamentale

Come scegliere le parole giuste da dire al microfono? Riscopriamo un libro fondamentale

Oggi torniamo ad occuparci di libri, e in modo particolare di un testo ormai divenuto un vero e proprio classico, e che può risultare molto utile a tutti coloro che necessitano di qualche consiglio per migliorare la propria efficacia comunicativa, specie se ci si accinge per la prima volta al mondo della conduzione radiofonica e del Public Speaking: stiamo parlando di Guida all’uso delle parole. Parlare e scrivere semplice e preciso per capire e farsi capire di Tullio De Mauro.

L’importanza delle parole

Raymond Carver scrisse una volta che “le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste”: l’importanza di scegliere le parole più adatte e di utilizzarle correttamente nei nostri discorsi è un punto che dobbiamo sempre tenere presente. Tullio De Mauro, linguista, accademico della Crusca, già Ministro della Pubblica Istruzione, sostiene invece che “parlare non è necessario per vivere da esseri umani. Quello di cui non possiamo fare a meno sono non le parole, ma la comunicazione“. Ecco allora che il testo si apre proprio con una panoramica sulla comunicazione, per poi procedere in maniera più specifica verso la lingua e le parole, con l’obiettivo di aiutare il lettore a migliorare la propria efficacia comunicativa parlando e scrivendo in maniera corretta e comprensibile a tutti.

Poche regole fondamentali

La prima regola che De Mauro propone nel suo libro è all’apparenza banale, ma riveste in realtà un’importanza fondamentale: mettersi nei panni di chi ascolta. Nel preparare e successivamente condurre un discorso, infatti, è fondamentale tenere conto del target che vogliamo colpire, e adeguare dunque stile e contenuti al pubblico che abbiamo di fronte. Un consiglio che De Mauro fornisce ai lettori del suo libro è dunque quello di cercare di rendere il proprio discorso quanto più semplice possibile: la semplicità non è una pecca, ma un pregio. Riuscire a spiegare in maniera accessibile argomenti complessi è un obiettivo importante, e che spesso sfugge dalla vista di chi si trova a dover parlare in pubblico a platee molto eterogenee.

Il vocabolario di base

Dopo aver parlato di linguistica non senza dimenticare richiami e approfondimenti storici capaci di stemperare la parte più tecnica del libro, De Mauro arriva ad affrontare il tema fondamentale della scelta delle parole, inserendo anche, nell’appendice, il “vocabolario di base della lingua italiana“: nella definizione dello stesso linguista, un vocabolario di base comprende “quei vocaboli del vocabolario comune i quali sono largamente noti ai componenti delle più svariate categorie di persone“. La cernita operata da De Mauro si basa su una schedatura di un campione di testi italiani scritti fatta negli anni Sessanta dall’Università di Pisa: questa indagine aveva permesso di individuare la frequenza con la quale le singole parole ricorrevano nei testi campione. Tenendo conto di questo dato, unitamente a quello relativo alla dispersione delle parole – ovvero al numero di testi diversi in cui la parola appare – sono state selezionate circa 5.000 parole. Esse sono poi state sottoposte a una verifica di comprensibilità da parte di soggetti con determinati titoli di studio, che ha ridotto il vocabolario a 4.750 parole, di cui 2.000 di maggior uso e costituenti quindi il vocabolario fondamentale. A queste quasi 5.000 parole sono poi state aggiunte ca. 2.300 parole “di maggiore disponibilità”, ossia parole che “può accaderci di non dire né tanto meno di scrivere mai o quasi mai, ma legate a oggetti, fatti esperienze ben noti a tutte le persone adulte nella vita quotidiana”. Il risultato di questa sommatoria costituisce il vocabolario di base della lingua italiana, composto da poco più di 7.000 parole.

Un appello all’editore

Il testo di De Mauro è stato pubblicato per la prima volta da Editori Riuniti nel 1980, ed è stato successivamente ripetutamente aggiornato fino alla XII edizione, datata 2003. Da allora il testo non è più stato ristampato, e risulta pertanto praticamente introvabile in tutte le librerie italiane. Trattandosi di uno strumento molto utile per tutti coloro che, magari trovandosi spesso a dover parlare a pubblici molto diversi fra loro, sono alla ricerca di alcuni consigli per rendere accessibili i propri discorsi, ci auguriamo che possa essere presto rimesso in commercio.

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