Il mio blog: le tecniche per parlare in pubblico

Psicologia delle canzoni: perché alcune canzoni ci piacciono di più, altre di meno

Perché alcune canzoni ci piacciono più di altre?

Ne parlo in questo video di 120 secondi, portandovi l’esempio di due artisti che all’ultima edizione del Festival di Sanremo hanno presentato due testi molto diversi tra loro: Gianni Morandi e Massimo Ranieri.

 

Linguaggio e canzoni: due testi a confronto

Ascoltando la canzone di Gianni Morandi (scritta da Jovanotti), possiamo subito notare che le parole del testo si rivolgono direttamente all’ascoltatore, manifestando un chiaro orientamento al pubblico. Siamo in presenza di quella che, nel caso della comunicazione sui social media, verrebbe definita una call to action, un invito all’azione: “stai andando forte, apri tutte le porte”.

La canzone di Massimo Ranieri, al contrario, non chiama in causa direttamente l’ascoltatore con un linguaggio che lo cita direttamente, ma racconta una storia in cui il pubblico può identificarsi. In questo caso viene utilizzato quello che in gergo chiameremmo un atto di storytelling, di narrazione.

Questo modo di comunicare presuppone, da parte del pubblico, la pazienza di ascoltare la storia e di identificarsi con essa, storia che racconta la vicenda degli emigranti italiani all’estero e che riattiva quindi il vissuto familiare di moltissime persone. Tuttavia, dal punto di vista dello sforzo cognitivo e dell’empatia che entrano in gioco nel decodificare il messaggio, il meccanismo in questo caso risulta probabilmente un po’ più elaborato.

Ci troviamo quindi di fronte a due modi diversi di comunicare con il pubblico: il primo diretto e più immediato, con un invito all’azione (“apri tutte le porte”), l’altro indiretto, con una decodifica necessaria del messaggio.

 

Quali sono gli aspetti che possono influire sulle nostre preferenze relative alle canzoni?

Da questa breve analisi appare evidente come l’approccio alle canzoni, il nostro modo di relazionarci con esse e di provare un gradimento maggiore o minore, possa essere condizionato dal nostro passato. E, più in generale, dal modo in cui ci relazioniamo alla realtà, alla nostra storia e ai temi che vengono chiamati in causa dalle parole del testo.

 

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