Cos’è l’Auditel e come si calcolano gli ascolti televisivi
In tv e sui giornali si sente sempre più spesso parlare di dati di ascolto, i dati Auditel. Ma concetamente: cos’è l’Auditel? Auditel viene costituita il 3 luglio 1984 ed ha per oggetto la rilevazione imparziale ed oggettiva dell’ascolto TV in Italia e la diffusione sistematica dei dati.
I motivi che hanno contribuito alla creazione di questo istituto sono legati da un lato alla crescente pluralità delle emittente televisive, dall’altro alla necessità di certezze legate al mondo pubblicitario e, non da ultimo, alla trasparenza nella diffusione dei dati stessi. La rilevazione avviene tramite il meter, di cui parleremo più esaustivamente tra poco.
Cosa misura esattamente l’Auditel?
Vengono misurati gli ascolti televisivi, minuto per minuto, relativi a programmi, break e spot pubblicitari trasmessi dalle emittenti nazionali e locali in Italia. Le informazioni rilevate riguardano: l’audience media, ovvero il numero medio di telespettatori di un programma e può essere relativa ad un periodo (giorno, mese, anno..), una fascia oraria, un singolo programma, uno spot.
Poi c’è lo share, il rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa emittente e il totale degli ascoltatori che stanno guardando qualunque altro programma sulle diversi reti. La penetrazione, invece, è il rapporto percentuale tra gli ascoltatori di una certa categoria e il loro universo statistico di riferimento. Ad esempio, quanti uomini di 40 anni vedono quale programma rispetto al totale dei quarantenni che non guardano la televisione in quel momento.
I contatti netti rappresentano tutte le persone, diverse fra loro, che vedono almeno un minuto di un certo programma. Si contano una sola volta. Dai dati si ottengo anche i minuti visti, ovvero il numero medio di minuti visti dai telespettatori per ogni programma. Un altro indicatore è la permanenza, che indica la fedeltà di visione. Si ottiene come rapporto
04 Maggio
20120
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Confronto televisivo Hollande-Sarkozy: un’analisi tecnica
In un precedente post ci siamo occupati di due fenomeni cognitivi che accadono normalmente quando ascoltiamo un discorso: l’effetto primacy e l’effetto recency. Si tratta, in sintesi, della tendenza che abbiamo a ricordare più facilmente i primi e gli ultimi elementi di quanto stiamo ascoltando, mentre abbiamo più difficoltà a immagazzinare le informazioni contenute nella parte centrale del discorso.
Parlando di questi due effetti, avevamo citato un esempio proposto da Elliott Aronson, che applicava il fenomeno alle campagne elettorali, e in particolare esaminava il caso in cui due sfidanti si trovassero a dover affrontare un confronto televisivo.
Il dibattito avvenuto degli scorsi giorni fra i due candidati alla presidenza della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy e François Hollande ci dà l’occasione per esaminare da un punto di vista tecnico quali potrebbero essere gli effetti che quel dibattito avrà sul voto di domenica.
Su YouTube una breve sintesi video del confronto pubblicato da “Le Monde“