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Come il linguaggio condiziona la nostra realtà

Come il linguaggio condiziona la nostra realtà

Quanto le parole che usiamo per descrivere il mondo condizionano la nostra rappresentazione della realtà? Ne ho parlato nel mio libro del 2019 “Parlare in pubblico con la mindfulness“, e voglio tornare a parlartene in questo post.

“Che brutta giornata”: un esempio di linguaggio statico

All’interno del libro faccio un esempio: se io dico “che brutta giornata”, sto attribuendo all’esterno una causa che in realtà riguarda me: sono io che per una serie di circostanze percepisco legittimamente quella giornata come brutta, ma non è la giornata in sé a esserla.

Se ad esempio fuori da casa nostra piovesse, e noi potessimo chiedere la stessa cosa a un albero, che attraverso la pioggia si può nutrire, probabilmente non penserebbe affatto che quella giornata sia brutta. Alla stessa maniera, se io dico “che brutto tempo” sto semplicemente precisando che il fatto di essere di fronte a “una brutta giornata” si riferisce all’aspetto metereologico. Ma ancora una volta, questa descrizione della realtà esprime un giudizio che non è nelle cose, ma riguarda noi.

“Piove, e non mi piace”: un esempio di linguaggio di processo

Se però in definitiva io dicessi: “piove, e non mi piace”, sarei finalmente arrivato a una descrizione che potremmo definire “di processo”. Quello che posso notare oggettivamente è che “fuori dalla mia casa piove, e questo non mi piace”. Ed è molto diverso riuscire a riconoscere questa sfumatura, rispetto all’idea che si tratti di una “brutta giornata” in sé.

Ne parlo in questo estratto dal mio ultimo intervento al Festival dell’Oriente di Padova, proponendo la distinzione psicologica tra linguaggio statico e linguaggio di processo, di cui mi sono occupato ampiamente nel mio libro del 2019 “Parlare in pubblico con la mindfulness”.

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Tu ci sei nelle mie parole: l’importanza di citare il nostro pubblico

Tu ci sei nelle mie parole: l’importanza di citare il nostro pubblico

Quando in un discorso utilizzo il “voi”, sto facendo capire a chi mi ascolta che mi sto rivolgendo direttamente una moltitudine di persone.

Questa modalità è utilizzabile anche nel Public Speaking? Certamente sì, perché se conduco una riunione o una presentazione in pubblico e non cito mai il pubblico, ma mi limito soltanto a usare i contenuti, per esempio dicendo: “Oggi sono qui per mostrare le percentuali di fatturato della nostra azienda”, mi chiedo: dov’è il pubblico?

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Parlare in pubblico: come usare le metafore durante un discorso

Parlare in pubblico: come usare le metafore durante un discorso

Quando ascoltiamo un discorso in pubblico può capitarci di sentire frasi del tipo: “Fuori da questa sala piove, ma qui dentro splende il sole”. In questo caso abbiamo a che fare con una metafora, poiché è evidente che il sole non splenda per davvero dentro quella sala.

Per capire se questo tipo di comunicazione è efficace, sarebbe curioso fare la prova opposta. Uscire da quella sala, e chiedere al primo passante: “scusi, lo sa che qui fuori piove, ma lì dentro splende il sole?”. Ci diventerebbe a quel punto chiaro come, cambiando il contesto, la frase risulti totalmente incomprensibile.

 

Metafore e comunicazione politica

In comunicazione politica accade un po’ la stessa cosa. Pensiamo a quando Pierluigi Bersani parlava di “Smacchiare il giaguaro”, riferendosi alla volontà di sconfiggere Silvio Berlusconi. In particolare, mi sono occupato di questo aspetto della comunicazione di Pierluigi Bersani in questo video.

Se proponessimo oggi la stessa frase a un ventenne, probabilmente non la capirebbe. Ma se gli dicessimo, più semplicemente, che Pierluigi Bersani voleva sconfiggere Silvio Berlusconi, cosa cambierebbe?

Cambierebbe che, senza utilizzare alcuna figura retorica, la comunicazione molto probabilmente andrebbe a buon fine.

 

Dalla metafora alla similitudine

In generale, credo sia buona norma fare attenzione alla distinzione tra metafore e similitudini. Mentre la metafora ci comunica in modo implicito un’analogia tra due situazioni, e ci costringe a decodificarla, la similitudine utilizza il “come” per esplicitare che si tratta proprio di un’analogia, e in questo modo viene fraintesa più difficilmente.

Lo sa che qui fuori piove, ma lì dentro è COME se splendesse il sole?

Usando la similitudine cambia solo una parola (il “come”). Ma in realtà, come abbiamo visto con questo semplice esempio, cambia tutto.

Ne parlo in questa conferenza tenuta presso l’associazione Freelance Network a Milano.

 

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Parlare in pubblico: come relazionarci con le nostre performance

Parlare in pubblico: come relazionarci con le nostre performance

Quando siamo su quel palco, sembra che dipenda tutto da noi.

Proviamo paura di parlare in pubblico, ci sentiamo agitati, magari ci trema un po’ la voce, e alla fine della nostra conferenza sentiamo di aver detto il 50% di quello che volevamo dire.

Come ci relazioniamo con tutto questo? Quanto spesso finiamo col dirci: “non sono capace di parlare in pubblico”?

In una cultura dominata da performance eccellenti a tutti i costi, durante la mia ultima intervista rilasciata a Radio Cantù ho cercato di rimettere in ordine un po’ di concetti importanti.

Con lo scopo di raccontarvi che quando facciamo Public Speaking possiamo imparare a perdonarci un po’ di più.

E a dirci che, comunque, “va bene così“.

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