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Parlare in pubblico senza annoiare: John Medina e la regola dei 10 minuti

Parlare in pubblico senza annoiare: John Medina e la regola dei 10 minuti

La regola dei 10 minuti: il segreto di John Medina per il Public SpeakingNell’era moderna della comunicazione c’è un ostacolo antico che chiunque parli ad un pubblico deve superare: il calo di attenzione di chi ascolta.

Un aiuto in questo senso arriva dal libro “Il Cervello. Istruzioni per l’uso” nel quale l’autore, il biologo molecolare John Medina, elenca dodici preziose regole per capire come funziona il cervello e trarne il massimo profitto. Una in particolare affronta il tema dell’attenzione.

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Le parole da evitare quando parliamo in pubblico

Le parole da evitare quando parliamo in pubblico

Concentriamo la nostra attenzione su alcuni errori che sarebbe meglio evitare quando facciamo Public Speaking. Partiamo dal presupposto che la parola, e il linguaggio che ne scaturisce, sono codici che gli individui apprendono per comunicare tra loro.

In linea generale, ognuno di noi ha appreso un codice e lo ha poi sviluppato grazie allo studio, alle esperienze, al lavoro: è un processo che non si arresta mai. Peraltro la tecnologia e i nuovi gerghi giovanili arricchiscono il linguaggio con una rapidità che non si era riscontrata negli anni passati. Ci sono, tuttavia, alcune espressioni e/o locuzioni che sarebbe meglio evitare o perché prive di significato o ridondanti.

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Cos’è la comunicazione? Perché comunichiamo?

Cos’è la comunicazione? Perché comunichiamo?

Quali sono gli elementi fondamentali della comunicazione? Il primo è l’emittente, ovvero la persona che emette il messaggio. Vi è poi il ricevente, colui che riceve il messaggio. Quest’ultimo, invece, rappresenta il corpo della comunicazione.

Il referente è lo scopo, l’argomento della comunicazione. Ogni comunicazione ha poi un codice che racchiude l’insieme delle regole utilizzate per comunicare, mentre il canale è lo strumento della comunicazione stessa.

Possiamo definire la comunicazione come una catena dove il primo anello, elemento chiave di emissione del messaggio, è l’emittente , il quale, attraverso un canale di emissione, invia il corpo della conversazione, il messaggio, che a sua volta contiene un referente, o un argomento, ed è strutturato secondo un codice. Infine, attraverso un canale di ricezione, il ricevente recepisce il messaggio inviato dall’emittente.

Perché comunichiamo?

La risposta a questo interrogativo si può articolare in 8 funzioni di base, attorno alle quali si sviluppa l’attività di relazione umana. La prima che elenchiamo è la Funzione strumentale, che corrisponde al compiere o realizzare qualche cosa. In una società come quella attuale così altamente specializzata, questa funzione è imprescindibile. La  funzione strumentale ci consente di chiacchierare, di lavorare, di avere relazioni.

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Quali sono i contenuti che gli ascoltatori ricordano di più? L’effetto primacy e l’effetto recency

Quali sono i contenuti che gli ascoltatori ricordano di più? L’effetto primacy e l’effetto recency

A tutti noi è capitato di seguire una lezione a scuola, un programma televisivo o radiofonico, o ancora un intervento in un convegno, e di provare dopo solo pochi minuti la sgradevole sensazione di ricordare solo una parte di quanto abbiamo ascoltato nel corso degli istanti precedenti.

Questo fenomeno non è soltanto dovuto alla nostra pigrizia di ascoltatori o allo scarso interesse di quanto ci viene trasmesso: si tratta infatti di una situazione che ha una spiegazione scientifica. Tipicamente, quando ci viene presentata una serie di elementi, la normale tendenza è quella di ricordare più facilmente i primi e gli ultimi, mentre facciamo più fatica a tenere a mente quelli che ci sono stati esposti nella parte centrale del discorso che abbiamo appena ascoltato. Questi fenomeni cognitivi sono detti, rispettivamente, “effetto primacy” ed “effetto recency”.

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