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Creare una web-radio e diventare Dj? Con Spreaker si può

Creare una web-radio e diventare Dj? Con Spreaker si può

Da diversi anni il fenomeno delle web radio ha rivoluzionato il nostro modo di concepire e fruire i contenuti di uno dei media più popolari e amati dagli italiani. Basti pensare alle non poche radio che hanno attivato non solo lo streaming online del flusso, ma addirittura hanno creato più canali tematici che gli internauti possono scegliere in base ai loro gusti musicali.

Dalle web radio alle social web radio

Internet, oggi, è soprattutto social network: da Facebook a Twitter, passando per Flickr e YouTube, sono ormai innumerevoli le piattaforme online che ci permettono di condividere con gli amici pensieri, parole, immagini e video. In un panorama di questo tipo, non poteva certo mancare un social network dedicato alla condivisione di file audio: stiamo naturalmente parlando di Spreaker, un innovativo esperimento di “social web radio” nato circa un anno fa su iniziativa di alcuni ragazzi di Bologna.

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Cosa vuol dire “Il medium è il messaggio”? L’attualità di Marshall McLuhan oggi

Cosa vuol dire “Il medium è il messaggio”? L’attualità di Marshall McLuhan oggi

Nel campo della comunicazione sono pochi i pensatori che hanno esercitato e che esercitano tutt’ora un’influenza pari a quella di Marshall McLuhan (1911-1980).

Il sociologo canadese – del quale è ricorso nel 2011 il centenario dalla nascita – ha infatti studiato per tutta la vita le dinamiche della comunicazione e le loro influenze sulla società e sui singoli individui, anticipando spesso tendenze e sviluppi che si sarebbero poi effettivamente verificati.

Da ingegnere mancato a precursore del world wide web

Iscrittosi inizialmente alla facoltà di ingegneria della Manitoba University, nel suo Paese natale, McLuhan passò ben presto allo studio della lingua e della letteratura inglese. Conseguì dapprima la laurea, per poi trasferirsi successivamente in Gran Bretagna per conseguire il dottorato presso l’Università di Cambridge.

Dopo gli studi, McLuhan intraprese la carriera accademica, insegnando in diverse università fra Stati Uniti e Canada ed elaborando alcune teorie che ancora oggi sono alla base degli insegnamenti nel campo della comunicazione. Come l’elaborazione della nozione di “villaggio globale”, che sottolinea come, grazie ai nuovi media, il mondo sia destinato a divenire più piccolo e le distanze fisiche e culturali a ridursi notevolmente. Se pensiamo a quando internet abbia negli ultimi anni avvicinato fra di loro popoli e culture, non è sbagliato sostenere che McLuhan abbia in qualche modo profetizzato le conseguenze della nascita del web.

 

 

“Il medium è il messaggio”

Ne Gli strumenti del comunicare, una delle più importanti opere di McLuhan, il sociologo canadese sostiene la necessità di studiare i media non soltanto per quanto riguarda i contenuti che trasmettono, ma anche e soprattutto dal punto di vista delle modalità con le quali lo fanno.

La famosa locuzione “il medium è il messaggio”, infatti, sintetizza perfettamente questa teoria.

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Da Below a Beyond: la Comunicazione in Tempo di Crisi

Da Below a Beyond: la Comunicazione in Tempo di Crisi

Nei mesi scorsi abbiamo affrontato temi quali il copywriting e il public speaking, due attività connesse talvolta anche ai settori della pubblicità e delle relazioni pubbliche.

Sono, questi, due ambiti particolarmente attuali in un mondo dove l’influenza e la pervasività dei mass media si fanno sempre più accentuate. Ma quali sono le differenze fondamentali fra pubblicità e relazioni pubbliche?

Una vecchia distinzione

Nel linguaggio della comunicazione si utilizzano solitamente i termini “above the line” e “below the line” per distinguere fra le attività che sfruttano i circuiti tradizionali della pubblicità – affissioni, campagne stampa, spot pubblicitari televisivi e radiofonici – da quelle che invece si situano al di fuori da questi circuiti, come le relazioni pubbliche, le attività di marketing o di partnership. Questa distinzione, tuttavia, appare oggi superata, anche in relazione al ruolo che stanno ricoprendo in maniera sempre più decisiva i social media e la rete in generale.

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Italia, 1976: la rivoluzione delle Radio Libere

Italia, 1976: la rivoluzione delle Radio Libere

Cari amici di Parlarealmicrofono.it,

nella formazione di uno speaker radiofonico, oltre alle fondamentali nozioni teoriche e pratiche che gli devono consentire di andare in onda, non dovrebbero mancare alcuni cenni relativi alla storia della radio in Italia, e in modo particolare relativamente al periodo – la fine degli anni Settanta – che ha visto la nascita delle cosiddette “radio libere”, che tanto peso hanno avuto nella rivoluzione radiofonica che ha attraversato in quegli anni il nostro Paese.

La liberalizzazione dell’etere: 1976

Fino al 1976, in Italia, la Rai deteneva il monopolio delle trasmissioni televisive e radiofoniche sul territorio nazionale. In quell’anno, la sentenza della Corte Costituzionale n. 202 del 28 luglio 1976 autorizza le trasmissioni radiofoniche private, sia pur a livello locale, aprendo così la strada alla proliferazione di nuove radio e televisioni su tutto il territorio italiano.

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